La nostra storia è una storia di speranza e di emozioni e ve la raccontiamo partendo dalla fine, dal lieto fine: abbiamo due bellissime bambine.
Ma partiamo dall’inizio, quando dopo qualche anno di matrimonio visto che la cicogna non bussava mai alla nostra porta mio marito così senza troppi pensieri decide di fare una visita andrologica e relativo spermiogramma: risultato zero spermatozoi.
Una bella “batosta”…e adesso che si fa?
Fortunatamente una delle mie amiche è ginecologa e ho subito chiesto a lei un consiglio su cosa fare.
Dopo aver fatto replicare lo spermiogramma a mio marito (risultato confermato, zero spermatozoi) ci ha consigliato di rivolgerci alla clinica SISMER di Bologna, che lei conosceva già per motivi professionali. Ci ha addirittura accompagnato lei (e di questo la ringrazierò sempre) al primo colloquio con il dott. Gianaroli.
L’incontro è stato sereno e cordiale; con molta professionalità e umanità il dottore ci ha proiettato tutti i possibili scenari della nostra situazione, dalla gravidanza spontanea all’adozione. Lo stesso giorno il dottore ha fatto replicare in sede SIMSER lo spermiogramma a mio marito per confermare il risultato sul centrifugato (risultato confermato!).
Era una calda giornata di luglio, siamo usciti dalla clinica senza illusioni, con tante speranze ma anche tanta paura…e una lunga lista di esami da fare. In un attimo siamo stati catapultati in un mondo nuovo, fatto di parole e sigle mai sentite prima, di ansie e preoccupazioni che mai avresti sospettato ti dovessero riguardare; ma per vincere bisogna giocare, quindi ci siamo stetti forte uno all’altro e siamo scesi in campo, decisi a giocare fino all’ultimo secondo la nostra partita.
A settembre tutte le analisi erano pronte; prendiamo un secondo appuntamento alla Sismer. Il dottore Gianaroli analizza la nostra cartella e identifica il problema; mutazione del gene della fibrosi cistica con conseguente atresia dei dotti deferenti..per i non addetti ai lavori gli spermatozoi non possono uscire dai testicoli. C’è una soluzione: intervento MESA, prelievo degli spermatozoi direttamente dei testicoli, ammesso e non concesso che lì ci siano!
Programmiamo subito l’intervento, mio marito è determinato e convinto a voler arrivare in fondo al problema nel minor tempo possibile. Un sabato mattina di ottobre all’alba lui entra in sala operatoria e dopo un’oretta l’infermiere esce a dirmi che “li hanno trovati”…scoppio in lacrime nella solitudine della sala di attesa, è uno dei momenti più belli e emozionanti di questo percorso, il primo passo concreto di questo cammino che accende le nostre speranze.
E adesso tocca a me…eh già perché qualsiasi sia il problema della coppia il paziente “più paziente” è sempre la donna. Mi consegnano una lista di esami aggiuntivi da fare….passano mesi (6 tamponi con 6 cure antibiotiche diverse per debellare un batterio!) ma a primavera siamo pronti.
Adesso si fa la stimolazione ovarica, poi prelievo ovociti, inseminazione e trasfer.
Incontriamo la dott.ssa Tabanelli che ci spiega tutto sulla stimolazione e inizio la cura…fallimento assoluto…un mese di punture e il mio corpo non risponde! Niente, questa cura non fa per me. Ovviamente un’altra bella batosta, ma non si può mollare. Mi prescrivono altre analisi (per valutare una cura alternativa a cui sottopormi per la stimolazione) e ci diamo appuntamento a settembre.
Passa l’estate, tutte le donne che incontri ti sembrano incinte comprese le tue migliori amiche…e tu ti chiedi se mai ci sarà per te quel momento nella vita!
Tra ansie e speranze si arriva a settembre: seconda cura…molto più celere. Dopo 10 giorni abbiamo due ovuli maturi, poca cosa in confronto alla media, ma come mi ripete la dott.ssa Feliciani con una dolcezza infinita “a noi ne basta uno buono!”…e così fu..il 9 settembre transfer…dopo 15 giorni faccio le analisi a Bologna e all’ora di pranzo squilla il telefono. La dott.ssa Feliciani in persona mi dice che sono incinta. Il cuore batte all’impazzata, chiamo mia marito in ufficio….e chiuso il telefono piango un po’ per sfogare tutto lo stress accumulato. Certo è solo la prima analisi, nessuna illusione….ma io ci spero tantissimo che sia l’inizio dei nostri sogni di allargare la famiglia. E il sogno diventa realtà; ad ottobre prima ecografia a Bologna e dei due embrioni trasferiti in utero uno ha il cuoricino che batte forte, come i nostri. Una gioia indescrivibile e da lì un susseguirsi di emozioni che non si possono raccontare, solo provare, fino al giorno della nascita della nostra prima bambina, un meraviglioso giorno di maggio in cui conosciamo nostra figlia!
E qui la storia prosegue come tutte le coppie…ma diventare “famiglia” ci ha stimolato a voler tentare il bis, ovviamente con tutt’altro spirito, ormai siamo felici e sereni, ma ci piacerebbe dare un fratello o una sorella alla nostra piccina. Dopo 9 mesi dal parto la mia ginecologa mi dà il nulla osta per intraprendere una seconda stimolazione. Passa qualche mese per ripetere le varie analisi e dopo il primo compleanno della nostra bambina si riparte per Bologna, ormai allenati e istruiti sul da farsi.
Stimolazione prelievo e transfer (sempre due embrioni trasferiti)….e dopo il transfer mio marito parte per lavoro per due mesi. Io resto sola con una bimba di un anno e una speranza nel pancino…e quella speranza diventa realtà: a fine luglio anche se in due continenti diversi ci siamo ritrovati a gioire a distanza per una nuova gravidanza…e forse perché ormai sapevamo cosa significava essere genitori l’emozione è stata fortissima. A marzo è nata la nostra secondogenita, e ora siamo i “fantastici quattro”.
Ogni vita è un miracolo e queste vite che arrivano da percorsi diversi dai soliti ancora di più. Ansie, gioie emozioni, paure, sconfitte, senso di impotenza e frustrazione…non c’è niente che non si prova in questo cammino ma vale solo una regola “prendersi per mano con il partner e lottare insieme per l’obiettivo”, così non ci sarà mai niente di insormontabile. C’è una frase che ho detto alla psicologa Sismer quando ero in cura per la seconda stimolazione: “i figli ti aprono un’ altra finestra del cuore, che nessuno di noi sa di avere finché non si diventa mamma o papà”.
Vorrei che questa frase con questa storia dia speranza a tutti voi che state “navigando in questo mare”.
Noi abbiamo avuto una grande fortuna, ma siamo fiduciosi che tante altre coppie possano replicare e scrivere una storia come la nostra. È il nostro migliore augurio.
Un ringraziamento speciale va a tutti i medici SISMER, uno staff di competenza, professionalità, umanità e gentilezza, dalle segretarie al dott.Gianaroli passando per ginecologi, andrologi, anestesisti, ostetriche e ricercatori. Ci sono stati tanti momenti di umanità che non dimenticheremo mai e che ci hanno dato forza per non mollare mai.
E un grazie immenso alle nostre due ginecologhe “di casa” che ci hanno accompagnato in tutto questo lungo percorso.
In becco alla cicogna.
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