PMA e gravidanze gemellari? Meglio di no. Ecco perché preferiamo trasferire un solo embrione
PMA E GRAVIDANZE GEMELLARI? MEGLIO DI NO. ECCO PERCHE’ PREFERIAMO TRASFERIRE UN SOLO EMBRIONE
Chi si sottopone a un percorso di procreazione medicalmente assistita, spesso, non vede una possibile gravidanza gemellare come un problema, nonostante essa sia direttamente associata a una serie di complicazioni sia per la madre che per i bambini.
La complicanza più grave, sia per importanza che per frequenza, é il parto prematuro. Infatti, nelle gravidanze gemellari, la prematurità si presenta nella metà dei casi con problematiche associate ai bimbi che possono mettere a rischio la loro vita o provocare effetti a lungo corso.
Inoltre, in caso di gravidanza multipla aumentano le possibilità di insorgenza di diabete gestazionale, ipertensione e/o preeclampsia, rottura prematura delle membrane, cesareo, ritardo nello sviluppo intrauterino del feto, basso peso del bimbo alla nascita e mortalità perinatale. Questi rischi sono ulteriormente aggravati dal fatto che le donne che si sottopongono a trattamenti di PMA sono spesso in età riproduttiva anche molto avanzata.
Chiaramente, la maggioranza delle gravidanze gemellari, soprattutto se ben seguite dallo specialista e con attenzione da parte della madre nell’alimentazione e nel controllo del peso, termina a buon fine, ma tali rischi non possono essere totalmente esclusi; ecco perché, quando si procede con un percorso di fecondazione assistita, è preferibile impiantare un solo embrione tutelando la salute dell’intera famiglia, presente e futura.
Occorre considerare che, negli ultimi anni, le percentuali di gravidanza sono migliorate pur trasferendo un minor numero di embrioni e le gravidanze triple quasi scomparse dai trattamenti di PMA. Questo successo è stato possibile grazie all’ottimizzazione dei protocolli di stimolazione ovarica, del miglioramento delle tecniche di coltura e selezione degli embrioni e dall’adozione da parte dei Centri più qualificati di politiche di trasferimento di un solo embrione alla volta (SET, Single Embryo Transfer). Fondamentali, anche, le modifiche alla Legge 40, che obbligava l’impianto di tutti gli embrioni che si formavano fino a un massimo di tre. Questa norma è stata abrogata nel 2009, a tutela della salute della donna, per cui oggi gli ovociti, così come gli embrioni, si possono crioconservare per un utilizzo futuro (in caso di insuccesso o per avere un altro figlio).
Presso S.I.S.Me.R. abbiamo adottato una rigorosa politica di trasferimento di un singolo embrione per tentativo, al fine di ottimizzare le possibilità di successo dei nostri pazienti e per tutelare la loro salute e quella dei figli che tanto desiderano. I nostri specialisti sono a disposizione per fornirvi tutte le informazioni e i chiarimenti di cui doveste necessitare in merito.
Trattamenti di PMA e interazione con altri famarci e integratori, come comportarsi
TRATTAMENTI DI PMA E INTERAZIONE CON ALTRI FARMACI E INTEGRATORI, COME COMPORTARSI
Se prima, o durante, un percorso di PMA si stanno assumendo farmaci (antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, etc.) o integratori, è molto importante comunicarlo al medico di riferimento, che deciderà in merito alla eventuale sospensione della terapia o alla sua continuazione.
Alcuni farmaci, infatti, possono interagire con le terapie ormonali o essere controindicati in gravidanza. Nell’uomo, vi sono medicinali (ad esempio alcuni antidolorifici e antinfiammatori) che possono compromettere la qualità del liquido seminale.
Ovviamente, anche nella fase di preparazione al trattamento di fecondazione assistita e durante la terapia ormonale (ad esempio in vista di un pick-up ovocitario o di un transfer di embrioni), è necessario curarsi in caso di patologie, ma bisogna farlo sotto stretto controllo medico ed è meglio evitare integratori e farmaci secondo il principio del fai-da-te, del consiglio dell’amico e dei blog su internet. Infatti, purtroppo, è sempre più diffusa la cattiva e pericolosa abitudine di assumere farmaci non indispensabili e di abusare di antibiotici e integratori senza averne la reale necessità.
In caso di febbre alta, forte mal di testa o dolore in corso di trattamento, sempre sotto consiglio del medico, è possibile generalmente assumere paracetamolo. Se, invece, il problema è il naso chiuso, così comune d’inverno, meglio evitare spray e decongestionanti orali, preferendo vecchi rimedi come fumenti e miele di eucalipto.
Anche gli integratori alimentari e gli olii essenziali, spesso erroneamente ritenuti inoffensivi perché naturali, vanno assunti solo su indicazione del medico. L’Acido folico, invece, è raccomandato in fase pre-concezionale e durante la gravidanza perché nelle dosi raccomandate è una vitamina che aiuta a prevenire malattie del tubo neurale (come la spina bifida) nel bambino e ad evitare aborti spontanei. Possono essere utili anche vitamina C e D, di cui spesso si è carenti, ma attenzione ad assumere multivitaminici che possono appesantire fegato e reni.
Infine, si ricorda che un’alimentazione corretta e uno stile di vita sano possono aiutare a rimanere in salute e a limitare la necessità di dover ricorrere a farmaci ed integratori. I medici e i nutrizionisti di S.I.S.Me.R. sono a disposizione per fornire maggiori informazioni e chiarire eventuali dubbi in questi ambiti.
Dr.ssa Michela Kuan con la consulenza dell’équipe clinica PMA di S.I.S.Me.R.
La Riproduzione Assistita: il prezioso ruolo del partner maschile
LA RIPRODUZIONE ASSISTITA: IL PREZIOSO RUOLO DEL PARTNER MASCHILE
Per un uomo, un trattamento di riproduzione assistita può rappresentare una sfida difficile in cui entrano in gioco vari aspetti. Infatti, non riuscire ad avere figli può essere, per la figura maschile, motivo di disagio a causa di stereotipi legati alla potenza sessuale e alla virilità tanto infondati e discutibili quanto ancora diffusi nel nostro Paese che rischiano di rendere la diagnosi di infertilità ancora più difficile da accettare. Inoltre, spesso, l’uomo si trova in una situazione passiva dove “sopportare” il fatto che la sua partner si sottoponga a un trattamento medico invasivo senza potersi sentire d’aiuto.
Intraprendere un percorso di fecondazione assistita non deve essere mai vissuto come una sconfitta personale in cui sentirsi diversi o “sbagliati” isolandosi nei problemi e nelle paure, ma va profondamente compreso che l’infertilità, sia femminile che maschile, è una patologia molto più comune di quanto non si creda per la quale non bisogna provare nessuna colpa.
Solitamente, le donne hanno amiche e parenti con cui confidarsi, mentre l’uomo tende a chiudersi. E’ invece, importante comunicare e fare rete con chi si sente vicino oltre che con il partner che ha bisogno di particolari attenzioni in un momento così delicato; quindi, cercate di fare più attività insieme e regalatevi momenti di svago che piacciano a entrambi e che vi permettano di non pensare a quanto difficile o lunga può essere l’attesa di una gravidanza. Parlare delle proprie emozioni, esperienze e aspettative aiuta a sentirsi più forti e ad intraprendere il percorso ancora più uniti di prima.
Presso S.I.S.Me.R., è possibile trovare esperti a cui rivolgersi per un supporto psicologico in modo da affrontare il più serenamente possibile il trattamento, sia come individui che come coppia.
Infertilità maschile in aumento. Le cause e alcuni accorgimenti per prevenirla
A Febbraio 2018 la nota giornalista Milena Gabanelli, nel suo programma Dataroom, ha affrontato un argomento spesso sottovalutato ma ormai provato da un gran numero di studi scientifici: l’infertilità maschile è in aumento a livello mondiale.
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I danni dell’alcool alla fertilità maschile. Come prevenire effetti indesiderati
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