Gravidanza: controllare l’aumento del peso e alimentarsi correttamente
GRAVIDANZA: CONTROLLARE L’AUMENTO DI PESO E ALIMENTARSI CORRETTAMENTE GRAZIE AL SUPPORTO DI UNO SPECIALISTA
Tra le paure più comuni in gravidanza, c’è quella di prendere troppo peso o mangiare alimenti sbagliati/dannosi per il feto; una paura fondata visto che un incremento ponderale eccessivo può mettere a rischio il corretto decorso della gestazione e, cibi ricchi di elementi tossici possono influenzare la salute anche del futuro nascituro.
Studi presenti in letteratura, effettuati su oltre 35mila partecipanti [1], hanno evidenziato come l’aiuto di uno specialista durante la gravidanza riesca a far avere un controllo del peso migliore alla gestante al fine di evitare complicanze come diabete gestazionale, malattie cardiovascolari, preeclampsia, macrosomia fetale (peso alla nascita superiore a 4,5 kg), difficoltà nel parto e ricorso al taglio cesareo.
Purtroppo, il luogo comune “sei incinta, devi mangiare per due” è ancora diffuso col risultato che molte donne accumulano più chili di quelli che sono considerati fisiologici esponendosi a rischi e ritrovandosi, dopo il parto, un corpo profondamente cambiato e energie limitate, con ripercussioni fisiche e psicologiche.
Presso la nostra clinica, credendo nell’ascolto e nella condivisione delle differenti problematiche individuali connesse all’alimentazione senza rinunce forzate, proponiamo dei pacchetti, che comprendono fino a 5 controlli, e il supporto di uno specialista che potrà seguire, passo dopo passo, la gestazione fornendo consigli e indicazioni personalizzate. Tale possibilità può essere estesa anche a dopo il parto, offrendo un sostegno professionale e specializzato per recuperare il peso forma e adottare un’alimentazione idonea durante l’allattamento.
La nostra cultura è permeata di falsi miti che vengono dispensati nella convinzione di dare preziosi suggerimenti ai futuri genitori, ma è meglio affidarsi a un nutrizionista, perché la birra non fa venire il latte e non c’è nessun bisogno di assecondare ogni voglia per paura che il bambino avrà delle macchie sulla pelle.
Contatta la nostra clinica per avere maggiori informazioni e conoscere tutte le agevolazioni per affrontare i prossimi 9 bellissimi mesi con tutto l’aiuto di cui hai bisogno.
[1] Cheryce L. Harrison, Mahnaz Bahri Khomami, Joanne Enticott, Shakila Thangaratinam, Ewelina Rogozińska, Helena J. Teede. Key Components of Antenatal Lifestyle Interventions to Optimize Gestational Weight Gain. JAMA Network Open, 2023; 6 (6): e2318031 DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2023.18031
Prelievo di ovociti: come prepararsi alla sala operatoria
PMA ED ACCERTAMENTI DA FARE, QUANTO DURANO E PERCHE’ FARLI
Quando si inizia un percorso di procreazione medicalmente assistita, viene data alla coppia una lista di esami da fare; una prassi che può risultare una scocciatura, ma che si basa su serie motivazioni scientifiche oltre ad essere un obbligo di legge. Infatti, queste indagini sono richieste dalle direttive europee e dalla normativa nazionale in materia di Procreazione Medicalmente Assistita per tutelare sia i pazienti che si sottopongono a queste tecniche che i potenziali nascituri. Oltre agli esami di base che tutte le coppie devono eseguire (che prevedono indagini genetiche, virologiche, funzionalità della tiroide, profilo trombofilico, mammografia o ecografia mammaria, pap-test etc.) potranno essere richiesti approfondimenti indicati in base all’esito di questi accertamenti o in relazione all’anamnesi della coppia. Inoltre, sarà importante, per la donna che si sottopone al trattamento, verificare le condizioni anatomiche del canale cervicale e della cavità uterina mediante Ecografia 3D ed isteroscopia nel tentativo di ottimizzare il trasferimento dei gameti fecondati.
Gli esami infettivologici non devono essere ripetuti se eseguiti nei 3 mesi precedenti l’inizio del primo ciclo di terapia e sono validi sino a 6 mesi per i cicli successivi (Normativa Europea Banche delle Cellule e Tessuti). Pap-test, mammografia ed elettrocardiogramma, invece, hanno una validità variabile tra i 12 e i 24 mesi. Sono necessari, infine, alcuni accertamenti per stabilire la possibilità di sottoporsi ad anestesia e analgesia (prevista ad esempio per il prelievo degli ovociti) che devono essere eseguiti non oltre 2 mesi prima della procedura chirurgica.
La validità degli esami è stata indicata dai virologi che hanno partecipato alla stesura delle norme europee indicando una finestra temporale entro cui si è sicuri che eventuali malattie contratte non abbiano il tempo di essere attive al momento del transfer. Infine, nonostante sia solo la donna a sottoporsi a un intervento, come prelievo di ovociti o transfer dell’embrione, i valori infettivologici scaduti, vengono richiesti anche al partner maschile visti i rapporti e contatti che potrebbero portare al trasferimento di agenti patogeni nella coppia.
Potrai trovare maggiori dettagli sugli esami da fare, per un trattamento di procreazione medicalmente assistita, consultando il nostro sito o chiamandoci: prendi un appuntamento telefonico con gli esperti della clinica e scopri tutti i passaggi richiesti per percorrere la strada più importante della tua vita: diventare genitore.
Prelievo di ovociti: come prepararsi alla sala operatoria
PRELIEVO DI OVOCITI: COME PREPARARSI ALLA SALA OPERATORIA
Durante il percorso di procreazione medicalmente assistita, in seguito alla stimolazione ovarica si procede al prelievo chirurgico degli ovociti, che verranno poi inseminati. Si tratta di un vero e proprio intervento che viene svolto in sala operatoria e che prevede una sedazione generale. Cogliamo quindi l’occasione per ricordare che sono necessarie delle accortezze da tenere al fine di garantire la massima sicurezza possibile per pazienti e operatori.
Di seguito le indicazioni richieste:
- Digiuno da solidi e liquidi dalla mezzanotte precedente all’intervento;
- In caso di terapie farmacologiche, valutarne la modifica o la sospensione con il medico di riferimento;
- Nei giorni precedenti la procedura, limitare l’assunzione di alimenti che possono aumentare il rischio di sanguinamento (aglio, ginseng e zenzero);
- la mattina stessa dell’intervento è bene presentarsi struccate e senza gel o smalto di qualsiasi tipo sia nelle mani che nei piedi. Lo smalto, infatti, impedisce l’immediato riconoscimento di un cambio di colorazione nell’unghia e la misurazione del livello di ossigeno nel sangue;
- vanno tolti orecchini, collane, piercing e qualsiasi oggetto metallico;
- se usate lenti a contatto o avete protesi dentarie, ricordatevi di recarvi in clinica con un apposito contenitore in cui riporli dopo averli tolti.
Infine, il ricovero è previsto lo stesso giorno del prelievo di ovociti e la dimissione avverrà alcune ore dopo. La sera del pick-up consigliamo di tornare a casa solo se non si risiede lontano dalla clinica. In caso contrario, è opportuno pernottare nei pressi del Centro in quanto la mattina successiva all’intervento, dovrete recarvi in clinica (a digiuno) per eseguire un prelievo di sangue fatto allo scopo di escludere eventuali alterazioni dei parametri ematici post-intervento.
Il “rituale” pre-operatorio, valido per qualsiasi intervento, serve a massimizzare la sicurezza per i pazienti durante e dopo la procedura chirurgica: vi invitiamo, quindi, a rispettare queste richieste e vi consigliamo di affrontare con tranquillità l’intervento in quanto in ogni fase sarete seguiti dal ginecologo, dall’anestesista e dal personale di sala operatoria.
Perdita di fertilità maschile: problema che rischia di diventare irreversibile
PERDITA DI FERTILITÀ MASCHILE, UN PROBLEMA CHE RISCHIA DI DIVENTARE IRREVERSIBILE
L’infertilità, intesa come impossibilità di ottenere una gravidanza dopo almeno 12 mesi di regolari rapporti non protetti, è una vera e propria patologia in crescita che colpisce indiscriminatamente uomini e donne in ogni parte del mondo, come conferma l’ultimo report della Organizzazione Mondiale della Sanità che ha investigato 12’241 studi sul tema pubblicati dal 1990 al 2021.
Quattro milioni le persone nel mondo che hanno gravi difficoltà nel diventare genitori, con una stima globale dell’incidenza del problema di 1 adulto ogni 6. Le zone più colpite il Pacifico occidentale con il 23,2%, seguito dal Nord e Sud-America (20%) e l’Europa (16,5%).
Nonostante queste statistiche impressionanti e preoccupanti e nonostante il fatto che l’infertilità è una patologia che può comportare gravi conseguenze non solo per gli individui che ne soffrono, ma anche per la società a livello socio-economico, le strategie e le risorse messe in campo per contrastare questa problematica globale purtroppo sono ancora troppo spesso limitate, frammentarie e soggette a forti diseguaglianze.
L’auspicio è che il report appena pubblicato da un ente autorevole come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, funga da spinta per accrescere la consapevolezza su queste problematiche anche a livello sociale e politico.
Infertilità: una vera e propria pandemia
INFERTILITA’: UNA VERA E PROPRIA PANDEMIA
L’infertilità, intesa come impossibilità di ottenere una gravidanza dopo almeno 12 mesi di regolari rapporti non protetti, è una vera e propria patologia in crescita che colpisce indiscriminatamente uomini e donne in ogni parte del mondo, come conferma l’ultimo report della Organizzazione Mondiale della Sanità che ha investigato 12’241 studi sul tema pubblicati dal 1990 al 2021.
Quattro milioni le persone nel mondo che hanno gravi difficoltà nel diventare genitori, con una stima globale dell’incidenza del problema di 1 adulto ogni 6. Le zone più colpite il Pacifico occidentale con il 23,2%, seguito dal Nord e Sud-America (20%) e l’Europa (16,5%).
Nonostante queste statistiche impressionanti e preoccupanti e nonostante il fatto che l’infertilità è una patologia che può comportare gravi conseguenze non solo per gli individui che ne soffrono, ma anche per la società a livello socio-economico, le strategie e le risorse messe in campo per contrastare questa problematica globale purtroppo sono ancora troppo spesso limitate, frammentarie e soggette a forti diseguaglianze.
L’auspicio è che il report appena pubblicato da un ente autorevole come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, funga da spinta per accrescere la consapevolezza su queste problematiche anche a livello sociale e politico.
Trattamenti di PMA e detrazioni fiscali: alcune informazioni utili per i pazienti
TRATTAMENTI DI PMA E DETRAZIONI FISCALI: ALCUNE INFORMAZIONI UTILI PER I PAZIENTI
Si avvicina la scadenza per la presentazione della documentazione necessaria alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Ecco alcune informazioni utili per accedere alle detrazioni previste per le spese sostenute per trattamenti di PMA.
A partire dal 2016 tutte le strutture sanitarie sono obbligate ad inviare al Sistema TS le fatture emesse nei confronti dei propri pazienti, al fine di predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata.
I dati sono messi anche a disposizione dei cittadini che possono pertanto consultare le spese che hanno sostenuto, sulla base di quanto inviato al Sistema TS dagli erogatori di prestazioni sanitarie.
Il paziente può opporsi all’invio delle proprie fatture al Sistema TS?
L’invio telematico é escluso solo in presenza di specifica opposizione, che deve essere espressa dall’assistito al momento dell’emissione della fattura.
A chi devono essere intestate le fatture relative alle prestazioni di PMA?
Le fatture relative ai trattamenti di PMA possono essere intestate indifferentemente a entrambi i partners. Al momento dell’emissione della fattura è necessario comunicare all’operatore i dati del partner a cui si desidera che venga intestato il documento. Per minimizzare il rischio di potenziali errori, è importante presentare la tessera sanitaria, che verrà scansionata con apposito lettore ottico.
Gli esami diagnostici (es. spermiogramma, isteroscopia, ecc.) possono essere intestati solo alla persona che li ha effettivamente eseguiti.
A quanto ammonta la detrazione prevista per i trattamenti di PMA?
Come per tutte le prestazioni sanitarie, la detrazione per i trattamenti di PMA ammonta al 19%.
Nella fattura è obbligatorio specificare il tipo di prestazione eseguita?
Si
Con che modalità di pagamento si può accedere alla detrazione?
E’ possibile accedere alla detrazione solo in caso di pagamenti tracciabili (ad es. bancomat, carta di credito, bonifico, assegno). Se il pagamento viene eseguito in contanti, non si potrà accedere alla detrazione.
Transfer Embrionale, come prepararsi
TRANSFER EMBRIONALE, COME PREPARARSI
Il transfer embrionale rappresenta la fase finale del percorso di fecondazione assistita e consiste nel trasferimento in utero di uno degli embrioni prodotti in laboratorio; può essere effettuato nel corso dello stesso ciclo di stimolazione ovarica (o scongelamento di ovociti e inseminazione in caso di eterologa), e quindi “a fresco”, oppure utilizzando embrioni crioconservati provenienti da cicli precedenti.
Il transfer rappresenta l’ultimo tassello del trattamento e, data l’incertezza dell’esito, è l’ennesimo passaggio stressante che può acuire paure e ansie. La buona notizia, però, è che è un intervento molto semplice. Infatti, non richiede anestesia e si svolge in pochi minuti. Verrai accomodata nel tuo letto, ti cambierai i vestiti indossando il camice e verrai portata in sala operatoria dove ti aspetta il nostro team di medici, ostetriche e biologi.
Vediamo meglio come avviene: il ginecologo, esperto in PMA, inserisce attraverso il collo dell’utero un apposito catetere all’interno del quale il biologo del laboratorio ha caricato l’embrione, questo catetere è a sua volta collegato a una piccola siringa che serve per spingere nella cavità uterina il “medium” in cui è sospeso l’embrione stesso. Il catetere viene, quindi, rimosso e ispezionato per assicurarsi che non sia rimasto nulla all’interno.
A parte il fastidio dello speculum, il dolore associato a questa procedura è davvero minimo (dipende sempre anche dalla conformazione dell’utero) ed infatti, contrariamente a quanto avviene per il pick-up, non è necessaria anestesia.
E’ importante arrivare a questa – auspichiamo – fine del percorso nel miglior modo con un corpo e una mente in salute, mangiando in modo corretto, bevendo molta acqua e riducendo fortemente cibi confezionati, bevande zuccherate e alcolici.
In particolare, carboidrati ad alto contenuto di zucchero come pasta bianca, pane bianco e biscotti aumentano i livelli di zucchero nel sangue e possono causare squilibri ormonali. Anche l’esercizio fisico è un fattore importante in vista del trasferimento dell’embrione: la chiave è mantenere un buon flusso di sangue che garantisca ai vari organi, utero compreso, il giusto rifornimento di ossigeno e sostanze nutritive, per creare un accogliente luogo di “riposo” per l’embrione.
Avere un approccio positivo può essere difficile, soprattutto in caso di precedenti delusioni e fallimenti, ma è importante arrivare a questo “grande giorno” con lo spirito giusto, consci delle possibilità di successo, ma speranzosi e consapevoli dell’impegno profuso in questo percorso così complesso e impegnativo.
L’endometrio nelle tecniche di fecondazione assistita ha un ruolo fondamentale, come migliorare la recettività?
L’ENDOMETRIO NELLE TECNICHE DI FECONDAZIONE ASSISTITA HA UN RUOLO FONDAMENTALE, COME MIGLIORARE LA SUA RECETTIVITA’?
Può capitare che, nonostante la buona qualità di un embrione (sviluppatosi sia in modo naturale che con tecniche di PMA), questo non riesca ad attecchire nell’endometrio e a svilupparsi, con la conseguente mancata gravidanza. I motivi per cui ciò accade sono diversi, ma il test della recettività endometriale è in grado di rilevarne uno importante, quello della finestra temporale d’impianto in cui l’utero è fisiologicamente pronto ad accogliere l’embrione.
La cavità uterina è rivestita da un particolare tessuto, l’endometrio, le cui caratteristiche cambiano in base al periodo del ciclo mestruale; ogni mese esso si prepara naturalmente ad accogliere e nutrire un embrione nell’eventualità di un concepimento. Gli ormoni sono i regolatori della struttura di questo particolare epitelio: all’inizio del ciclo gli estrogeni prodotti dal follicolo ovarico ne innescano la crescita fino all’ovulazione e, successivamente, nella fase luteale, entra in gioco il progesterone. Il tessuto endometriale è pronto a ricevere l’embrione tra i 5 ed i 7 giorni dopo l’afflusso del progesterone.
La recettività endometriale, fondamentale per il raggiungimento della gravidanza, è identificabile anche tramite un’ecografia grazie alla capacità di rilevare il cambiamento e lo spessore del rivestimento interno dell’utero. Tuttavia, non sempre tale aspetto è significativo da solo e per chi si affida a tecniche di fecondazione in vitro, è possibile effettuare un test per stabilire, con maggiore esattezza, quando trasferire l’embrione in modo da evitare ulteriori fallimenti devastanti fisicamente ed emotivamente.
Il test, chiamato Be-Ready, prevede l’effettuazione di una terapia farmacologica analoga a quella di preparazione al trasferimento di embrioni crioconservati. Nel giorno in cui da schema si dovrebbe eseguire il transfer, viene invece eseguita una biopsia aspirando un piccolo campione di tessuto interno all’utero attraverso un catetere inserito dalla cervice uterina. E’ una procedura semplice e rapida che può essere solo leggermente fastidiosa.
Il campione raccolto viene, quindi, attentamente analizzato dal laboratorio che investiga i principali marcatori genici che riflettono la recettività endometriale mediante la tecnologia NGS (Next Generation Sequencing) dando risultati che variano da recettivo a post o pre-recettivo.
L’esito impiegherà circa 2 settimane ad arrivare, e la terapia di preparazione al transfer di embrioni crioconservati verrà adeguata ai risultati ottenuti aumentando, così, le possibilità di concepimento. Presso il nostro centro è possibile effettuare questo test e ricevere tutte le informazioni al riguardo.
Ricordiamo, infine, che l’utero, come tutti gli altri organi, fa parte del sistema complesso che costituisce l’intero organismo regolamentato da fattori interni ed esterni, per cui abbiatene cura con un corretto stile di vita!
Pillola Anticoncezionale per uomini: ultima novità
PILLOLA ANTICONCEZIONALE PER UOMINI, ULTIMA NOVITA’
S.I.S.Me.R. ha come scopo aiutarvi nel diventare genitori e far nascere bambini, allora perché parlare di pillola anticoncezionale? Per la libertà di scelta come individui e come coppia, un aspetto della sessualità rimasto un tabù per secoli nel nostro Paese e, tuttora, in molte parti del mondo.
In Italia la contraccezione è legale dal 1971, quando una sentenza della Consulta abolì il divieto di utilizzo, pubblicità e vendita di contraccettivi oggi di uso comune, come pillola e preservativi. Da allora le donne hanno potuto gestire con maggiore autonomia le proprie scelte riproduttive, facendosi però spesso carico da sole della responsabilità della contraccezione.
Un nuovo studio apre, anche ai maschi, la possibilità di ricorrere a un contraccettivo orale, facile da assumere e che permette di tutelarsi senza effetti indesiderati. Infatti, un gruppo di ricercatori della Cornell University ha ottenuto un farmaco, ancora sperimentale, che non contiene ormoni e può essere assunto prima di avere un rapporto sessuale con effetti transitori che si annullano in un solo giorno. La pillola funziona come inibitrice dell’enzima adenilato ciclasi, essenziale per l’attività degli spermatozoi rendendoli incapaci di raggiungere l’ovocita per fecondarlo.
Una frontiera in più nella libertà e consapevolezza per ragazzi e uomini, ma anche per donne che possono avere un’ulteriore possibilità di condividere la responsabilità degli effetti di un rapporto anche con il partner.
Presso S.I.S.Me.R. potrete trovare medici specialisti in ginecologia e andrologia per ogni supporto.
Aumenta la lunghezza media del pene negli ultimi 30 anni, un campanello d’allarme da non ignorare
AUMENTATA LA LUNGHEZZA MEDIA DEL PENE NEGLI ULTIMI 30 ANNI,
UN CAMPANELLO D’ALLARME DA NON IGNORARE
Un recente studio, condotto alla Stanford University*, ha evidenziato come lunghezza media del pene negli uomini sia aumentata di circa tre centimetri, passando a 15 centimetri dai 12; una notizia che può destare entusiasmo tra le nuove generazioni, ma che, in realtà, non è un segnale positivo.
Sebbene la riduzione nella conta spermatica e dei livelli di testosterone sia nota, tanto da aver coniato il termine “spermocalypse”, la lunghezza del pene non era ancora stata investigata in modo sistematico. Il gruppo di ricerca ha analizzato 55.761 uomini ed escluso gli studi basati su un’auto-misurazione o che riportavano misurazioni effettuate a seguito di importanti interventi di chirurgia pelvica, scoprendo che tra il 1942 e il 2021 le dimensioni sono aumentate. In particolare, ad essere aumentata è la lunghezza del pene quando è eretto.
Chiarificatrici le parole di Alessandro Palmieri, presidente Sia (Società Italiana di Andrologia) “l’aumento delle dimensioni dei genitali maschili potrebbe essere un altro indicatore dell’impatto di fattori ambientali, come l’esposizione a inquinanti o l’aumento di stili di vita poco sani”.
Infatti, nonostante siano risultati preliminari che andranno approfonditi, questa è un’ulteriore conferma di come l’ambiente in cui viviamo sia in grado di colpire anche gli organi riproduttivi e di come fumo, alimentazione errata, mancanza di movimento e aria malsana, minino la nostra salute. Oltretutto, gli stessi autori dello studio, sostengono sia importante monitorare questo tipo di cambiamenti anche nella popolazione pediatrica e negli organi riproduttivi femminili.
Le evidenze ci danno un motivo in più per invitare, soprattutto, chi si approccia a un percorso di fecondazione assistita ad assumere un modello di vita sano. Presso la nostra clinica è possibile trovare tutti gli specialisti a disposizione per offrire una consulenza e dare il miglior supporto medico possibile.
* Belladelli F, Giudice FD, Glover F, Mulloy E, Muncey W, Basran S, Fallara G, Pozzi E, Montorsi F, Salonia A, Eisenberg ML. Worldwide Temporal Trends in Penile Length: A Systematic Review and Meta-Analysis. World J Mens Health. 2023;41:e31. https://doi.org/10.5534/wjmh.220203