Vitamina D: un ruolo chiave nella fertilità

 

VITAMINA D: UN RUOLO CHIAVE NELLA FERTILITÀ

La vitamina D, nota anche come vitamina del sole, non solo aiuta a migliorare la salute delle ossa e compensa la carenza di calcio, ma è uno dei nutrienti essenziali da tenere presente per la salute riproduttiva.

Infatti, recenti studi hanno dimostrato una correlazione tra l’insufficienza di vitamina D e una maggiore incidenza dell’infertilità la cui causa può essere ambientale (come avviene ad esempio in alcuni Paesi del Nord Europa [1] o in quelli particolarmente inquinati), o religiosa (come nel caso delle donne che indossano vestiti che coprono la quasi totalità del corpo [2], comprese le zone più importanti tra cui viso, braccia, mani e gambe).

Questi dati vanno tenuti in considerazione anche dalle coppie che intraprendono un percorso di procreazione medicalmente assistita, in quanto le ricerche hanno dimostrato maggiori probabilità di ottenimento della gravidanza in donne con normali tassi di vitamina D (i valori desiderabili di 25(OH)D sono compresi tra 20 e 40 ng/mL). Tali risultati sono dovuti all’azione positiva che questa vitamina svolge sull’endometrio, contribuendo a favorire l’impianto dell’embrione e riducendo le molecole infiammatorie a livello endometriale [3]. Questo nutriente è importante anche per la fertilità maschile in quanto sembra che una sua carenza possa influire su numero, forma e motilità degli spermatozoi. 

Visto che siamo alle porte dell’inverno è utile ricordare un altro punto a favore della vitamina D che contribuisce al corretto funzionamento del sistema immunitario, potenziandolo, con un conseguente aumento delle difese contro virus e batteri.

Come aumentare, quindi, naturalmente la sua concentrazione?

Innanzitutto, sfruttando l’esposizione alla luce solare almeno 30 minuti al giorno grazie a passeggiate all’aria aperta o una pausa caffè sul terrazzo. La fascia oraria migliore è tra le 10 e le 14, ma attenzione perchè i raggi UV non penetrano il vetro; quindi, stare dietro a una finestra non stimola la produzione della vitamina.

Anche l’alimentazione può essere di aiuto (sebbene in caso di insufficienza sia bene assumere un integratore specifico); tra i cibi più ricchi di vitamina D ci sono i pesci grassi (come salmone, sardine e sgombro), le uova e il latte, oltre a funghi e verdure con foglie verdi, tra cui spinaci, erbette e bietole. Esistono, inoltre, in commercio cibi fortificati facilmente reperibili nei supermercati come cereali e bevande vegetali. Importante sapere che le persone in sovrappeso hanno difficoltà a produrre vitamina D a sufficienza. Questa sostanza è liposolubile, quindi le cellule adipose la assorbono rendendola meno disponibile all’uso per i tessuti e gli organi del corpo: un motivo in più per agire sul proprio peso corporeo, se in eccesso, soprattutto in vista di un percorso di PMA.

Occorre ricordare che ’inquinamento dell’aria può bloccare i raggi UVB del sole inibendo la possibilità di produrre vitamina D, quindi meglio spezzare la routine della città con una giornata in montagna o almeno in collina.

Infine, quando possibile, è bene scegliere indumenti che lascino scoperti il viso, le mani e le braccia e nel caso si usino, giustamente, creme con alti fattori di protezione dal sole, applicarle la mattina presto in modo da avere, nella parentesi del primo pomeriggio, la pelle più recettiva.

Lo staff di SISMeR resta a disposizione per offrirvi pieno supporto su ogni aspetto del percorso che dovrete intraprendere, compreso l’ottenimento e il mantenimento di stili di vita sani e corretti.  

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37375724/

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27651580/#:~:text=Conclusion%3A%20The%20prevalence%20of%20vitamin,improve%20the%20feto%2Dmaternal%20outcome.

[3] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1530891X23000162#:~:text=IVF%20Success%20Rate%20and%20Serum%2025(OH)D%20Level&text=Table%202%20shows%20that%2063,014).



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Invasione della Tecnologia nella Crescita dei Bambini. Attenzione alle conseguenze


INVASIONE DELLA TECNOLOGIA NELLA CRESCITA DEI BAMBINI, I PRIMI ANNI SONO CRUCIALI NELLA FORMAZIONE DEL RAPPORTO GENITORI-FIGLI

Una società tecnologica che cambia rapidamente in grado di influenzare, persino, i primi mesi di vita; questo il profilo che emerge dalla ricerca effettuata dall’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo [1]. Risulta infatti che il 36% dei genitori non racconta più favole ai bambini, il 22% sceglie l’assistente vocale per cantare le ninne nanne, oltre la metà dei genitori usa lo smartphone durante le poppate, o lo svezzamento, e il 64% intrattiene i figli con dispositivi digitali durante il giorno.

Dati che sono lo specchio di un mondo cambiato in pochi anni e che ricorre alla tecnologia fin dalla nascita mostrando in certe situazioni un abuso nell’uso del cellulare, strumento che può diventare un elemento invasivo nel rapporto con i figli. 

Nei primi mesi di vita, la voce dei genitori ha un ruolo emozionale che tranquillizza dando sicurezza al bambino, assumendo quindi un valore fondamentale nello sviluppo psico-emotivo.

Anche nei momenti di crisi, pianto o rabbia è preferibile comunicare senza ricorrere a uno schermo, insegnando al figlio come gestire le emozioni senza distrazioni che possono bloccare l’elaborazione dei sentimenti. 

Importante, infine, il momento dei pasti dato che le abitudini alimentari acquisite in infanzia sono in grado di influenzare la salute durante tutta la vita futura; per cui dall’allattamento, allo svezzamento fino al consumo del cibo in autonomia, è bene sfruttare questi momenti di legame tra genitore e figlio creando un ponte di comunicazione che si rafforzerà nel tempo.

Senza demonizzare il cellulare, o altri dispositivi tecnologici, l’importante è non esagerare anche perchè l’uso eccessivo, può influenzare la qualità del sonno, la postura e la vista; è meglio usarlo per cose utili come le app che diffondono “suoni bianchi” o per cantare o raccontare storie insieme. 

L’arrivo della tecnologia non deve creare distanze, ma deve essere vissuto come uno strumento da condividere per giocare, apprendere ed esplorare.

I primi anni di vita sono un’occasione irripetibile per creare un legame unico e speciale, tale considerazione è valida per ogni genitore, ma lo è ancora di più per chi ha un figlio nato dalla PMA, un figlio che ha fortemente voluto ed è arrivato, spesso, dopo tanti tentativi falliti e per il quale il percorso di crescita è un viaggio speciale di cui non perdere momenti preziosi che non torneranno.

[1] https://www.dipendenze.com/bambini-schiavi-del-digitale



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Ottobre mese della prevenzione per il tumore al seno

OTTOBRE MESE DELLA PREVENZIONE PER IL TUMORE AL SENO

Quali sono i fattori ereditari da verificare

Il 95% dei carcinomi sono definiti o familiari (15% circa), quindi non si riscontrano mutazioni dei geni noti, ma esiste in famiglia una maggiore predisposizione o sono sporadici (la maggior parte); mentre nei tumori ereditari la donna presenta la mutazione dei geni BRCA 1 e/o BRCA 2 (3-5%).

Se la donna. in caso di positività per tumore, presenta particolari fattori di rischio come alta familiarità, indagini istologiche o giovane età, è bene rivolgersi a Centri di Senologia e, se necessario, sottoporsi a un test BRCA (oggi sono a disposizione pannelli multigenici in Centri specializzati, per valutare anche geni a minore penetranza).

Quali controlli fare

Se si riscontra la mutazione dei geni BRCA 1 e/o 2, le possibilità sono, principalmente, due o la chirurgia risk reducing (mastectomia bilaterale) o la stretta sorveglianza che passa per esami programmati (visita senologica, ecografia, mammografia, risonanza magnetica) schedulati in base all’età della donna. Queste mutazioni determinano anche una aumentata incidenza delle neoplasie salpingo-ovariche per cui è necessario anche uno stretto controllo ginecologico

Quali i sintomi di cui preoccuparsi

I sintomi più importanti sono l’autopalpazione di un nodulo, la secrezione, per lo più ematica dal capezzolo e la presenza di un linfonodo aumentato di volume nella ascella (che raramente provoca dolore). Purtroppo, però, una buona parte dei tumori mammari, non provoca sintomi (lesioni non palpabili) e sono rilevabili solo alla mammografia. 

Quali esami fare

L’esame cardinale a cui sarebbe bene che le donne, o seguendo lo screening mammografico programmato o tramite screening spontaneo, si sottoponessero periodicamente è la mammografia; da fare almeno una volta ogni due anni dopo i 40 anni o più precocemente nel caso ci siano fattori di rischio (tra cui familiarità, allattamento, obesità, sedentarietà, fumo, alcool).

Prevenzione

Un’alimentazione corretta ha un ruolo importante nella prevenzione del tumore al seno e ha benefici più ampi in grado di abbattere, anche, altri fattori di rischio. Quindi cibo sano, niente fumo, regolare attività fisica e pochi alcolici sono la ricetta per prevenire lo sviluppo di carcinomi. Anche l’ambiente in cui si vive è importante e le sostanze con cui si viene in contatto quotidianamente.

Il calo di peso comporta una diminuzione consistente del grasso viscerale che, quando è presente in eccesso, contribuisce a creare uno stato infiammatorio diffuso e livelli elevati di insulina e di glucosio.

L’alimentazione deve essere ricca di cereali integrali, vegetali e legumi limitando i grassi animali perché tendono a rallentare l’azione dell’insulina e a mantenere alta la glicemia. Limitare, inoltre, fortemente bibite confezionate e cibi industriali come merendine, pasti pronti, dolci, biscotti e caramelle.

Gli alimenti che possono aiutarci

Sì a tutte le verdure, in particolare, broccoli, cavolfiori e cavoli che possiedono proprietà antiestrogene oltre a mele, aglio, pomodori, carote, frutti di bosco, melagrane e ciliegie. Di stagione i fichi d’india, ricchi di antiossidanti, ma sconsigliati in caso di diverticoli e stitichezza.

Importante “curare” anche il microbiota cioè l’insieme di microrganismi che popolano il corpo in grado di influenzare persino le terapie contro il cancro spingendo il sistema immunitario a essere più attivo contro le cellule tumorali. Gli alimenti giusti? Cereali integrali e verdura, perché contengono fibra, la fonte energetica del microbiota, e alimenti fermentati, come yogurt, kefir, miso e tempeh che contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio tra i microrganismi intestinali.

 

Fonte: Dott. Mario Taffurelli



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Italia che cambia: mamme più consapevoli e controllate con un boom di nascite da PMA

UN ITALIA CHE CAMBIA:

MAMME PIU’ CONSAPEVOLI E CONTROLLATE CON UN BOOM DI NASCITE DA PMA

Boom di fecondazione assistita in Italia, a dirlo sono i nuovi dati del Ministero della Salute, raccolti nel Rapporto sull’evento nascita in Italia [1].

Infatti, il decennio analizzato dal Ministero, mostra un profondo cambiamento del tessuto sociale nazionale con una percentuale di donne che ricorre alla fecondazione in vitro che passa dal 37% del 2012 al 48% nel 2022, oltre a un impressionante aumento del 73% dei parti con procreazione medicalmente assistita nel periodo considerato.

In drastica diminuzione, invece, i parti plurimi con PMA (21% nel 2012, 9% nel 2022); dato totalmente conforme alle politiche della nostra clinica che trasferisce sempre e solo un embrione (link al nostro articolo precedente: https://www.sismer.it/pma-gravidanze-gemellari/) nella piena tutela della salute della madre e del nascituro. 

Nelle gravidanze con PMA il ricorso al taglio cesareo nel 2022 si è verificato nel 52,5% di casi con un’inflessione quasi del 4%.

Aumenta l’età delle madri che partoriscono grazie a procreazioni medicalmente assistite, il 18,13% ha più di 40 anni, (nel 2012 era solo il 6,94%): un trend in crescita che si rispecchia per tutte le gestanti al primo figlio in quanto l’età media per le italiane passa da 31,5 a 32,2 e per le donne straniere da 27,7 a 29,2 anni. 

Dall’analisi completa delle nascite, l’89 % dei parti, si legge nel rapporto, è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, il 10,8% nelle case di cura e solo lo 0,15% altrove (come in altre strutture di assistenza o a domicilio) anche se, tali ripartizioni, sono sostanzialmente diverse nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche. 

Mamme sempre più controllate e istruite; nel 91,9% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 (nel 76,7% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie) con una scolarità medio alta nel 42,5% dei casi e una laurea nel 34,8%; importante, quindi, prendere in considerazione come il livello di istruzione della madre possa influenzare sia l’accesso ai servizi sia le strategie di assistenza verso il feto ed il neonato.

Incoraggianti i dati relativi alla salute dei bambini con un calo del numero dei bimbi nati morti: nel 2022 sono stati 994, corrispondenti a un tasso di natimortalità, pari a 2,40 nati morti ogni 1.000 nati e 4.332 casi di malformazioni diagnosticate alla nascita. Lo 0,9% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi. Nei test di valutazione della vitalità del neonato tramite indice di Apgar, il 98,5% dei nati ha riportato un punteggio a 5 minuti dalla nascita compreso nel range di normalità (tra 7 e 10).

Un Paese che cambia con sempre più coppie che si rivolgono a percorsi medicalmente assistiti “non solo per coppie infertili, ma anche per coppie con problemi di aborti ripetuti o con difficoltà a concepire figli che non siano affetti da patologie genetiche gravi. Inoltre, è sempre maggiore il ricorso alla conservazione della fertilità soprattutto per quelle donne che la maternità sono costrette a ritardarla sia per problemi di salute che per problemi di lavoro.” dichiara il Dottor Luca Gianaroli (Direttore Scientifico S.I.S.Me.R.)

Presso la nostra clinica potrete ricevere tutta l’assistenza tecnica, psicologica e medica necessaria per intraprendere un percorso di PMA grazie a uno staff, con competenze trasversali, che vi potrà accompagnare lungo il viaggio verso una nuova vita.

 

[1]https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=6315



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Dolore e PMA: cosa aspettarsi quando si inizia il percorso

DOLORE E PMA, COSA ASPETTARSI QUANDO SI INIZIA UN PERCORSO DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA

Le coppie che iniziano un percorso di PMA sono, spesso, spaventate dal dolore che dovranno affrontare, sia dal punto di vista fisico che emotivo. 

Vediamo, quindi, i passaggi che vi attendono e i conseguenti effetti a cui essere preparati. Sebbene la maggior parte di essi riguardino la partner femminile, è infatti importante che anche il compagno sia informato, in modo da poterla supportare nel miglior modo possibile. 

STIMOLAZIONE OVARICA O PREPARAZIONE DELL’ENDOMETRIO AL TRANSFER EMBRIONALE

Il dolore ovarico durante la stimolazione ormonale è abbastanza comune, ma molto lieve. Potrebbero insorgere una lieve dolenzia alla pancia, gonfiore, ritenzione di liquidi e aumento delle perdite vaginali. Alcune donne avvertono anche mal di testa, fastidio al seno o sbalzi d’umore, tutti effetti passeggeri che possono essere migliorati da una buona alimentazione, idratazione e moderata attività fisica. In caso di disturbi di maggiore entità, è opportuno segnalarli all’équipe clinica per valutare la necessità di eventuali approfondimenti. 

A questo si aggiunge il disagio delle iniezioni che potranno essere sottocutanee o intramuscolari, ma assolutamente indolori se ben eseguite. Potete trovare consigli e istruzioni nell’articolo dedicato sul nostro sito.

RACCOLTA DEL LIQUIDO SEMINALE

Si procede alla raccolta dello sperma, in clinica e con apposito recipiente sterile, mediante masturbazione; quindi, la procedura è totalmente indolore e senza effetti collaterali. Tuttavia, in alcuni casi è previsto il prelievo chirurgico degli spermatozoi. Si tratta di un vero e proprio intervento, che viene eseguito con anestesia e necessità di qualche settimana per la guarigione. 

PRELIEVO DEGLI OVOCITI

La paziente è sottoposta a una lieve, e breve, sedazione; durante l’anestesia, sotto guida ecografica si raggiungono le ovaie e i follicoli maturati grazie alla precedente stimolazione. Questi vengono penetrati dall’ago al fine di aspirare il liquido follicolare interno che contiene gli ovociti. Al risveglio, la paziente dovrà stare a riposo qualche ora in clinica. Tra gli effetti indesiderati, potrebbero esserci, gonfiore, crampi o indolenzimento (simile a quello tipico del ciclo mestruale); si possono, inoltre, avere lievi perdite, ma non servono punti di sutura e non rimangono cicatrici perché si passa dal canale vaginale. Il giorno successivo al prelievo la paziente deve effettuare un emocromo, per verificare che tutti i parametri siano nella norma e per individuare precocemente eventuali complicanze post operatorie (che sono però estremamente rare, intorno allo 0,1%). In caso di dolore o altri sintomi, è consigliabile segnalarli tempestivamente all’équipe clinica. 

TRANSFER DELL’EMBRIONE

Si tratta di una fase delicata, ma totalmente indolore, in quanto eseguita senza alcun tipo di sedazione.

Riassumendo, il dolore fisico a cui si sarà esposti è minimo, ma può restare quello emotivo , la cui entità varia molto da persona a persona. Infatti, il viaggio di emozioni che si attraversa prima e durante la PMA, è complesso e molto personale, frutto della propria storia, carattere e dell’ambiente in cui si è immersi (a volte favorevole e, purtroppo, a volte contrario).

Non riuscire ad avere un figlio può far nascere tristezza, paura, senso di fallimento, impotenza, delusione e sfiducia verso il futuro, sensazioni che aumentano di pari passo con i possibili fallimenti e da gestire anche durante il percorso di procreazione medicalmente assistita, fin dal momento della  diagnosi d’infertilità. 

Per queste ragioni, presso il nostro centro, avrete l’opportunità, lungo tutto il percorso di PMA, di essere affiancati da medici, psicologi e ostetriche specializzati, in modo da ricevere tutte le informazioni di cui avete bisogno e il supporto psicologico che riterrete necessario.

 

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PMA, Gravidanza e Trattamenti Estetici: quali sono consentiti e quali evitare

PMA E GRAVIDANZA: QUALI SONO I TRATTAMENTI ESTETICI CONSENTITI, E QUALI INVECE SONO DA EVITARE

Un trattamento di PMA e la successiva potenziale gravidanza possono causare cambiamenti significativi nel corpo di una donna. Per ritrovare il benessere perduto, l’estetica può essere d’aiuto, ma bisogna stare attenti perché non tutto è consentito.

Trattamenti come ultrasuoni e radiofrequenza, ad esempio sono sconsigliati sia in gravidanza che durante il ciclo di PMA perché indurre una rapida lipolisi può comportare un affaticamento del fegato e degli organi emuntori che è bene evitare.

Per quanto riguarda la pelle, le fluttuazioni ormonali, possono renderla sia più secca che più grassa; quindi, è bene scegliere delle creme per il viso adatte, possibilmente con formulazioni biologiche e naturali, che abbiano un alto fattore di protezione dai raggi solari anche nella stagione invernale per evitare la formazione di macchie. Sono, invece, controindicati i peeling (che possono contenere agenti chimici aggressivi) e le lampade. 

Inoltre, un comune ma fastidioso effetto dell’assunzione di ormoni è il gonfiore. Esso può essere limitato con accorgimenti nutrizionali e camminate nell’acqua (anche in piscina). Possono aiutare, con le dovute cautele, anche massaggi che agiscano sulla circolazione linfatica, favorendo il drenaggio dei liquidi, alla sola zona degli arti. In ogni caso, bisogna applicare sempre olii naturali a base di mandorla o oliva senza profumi ed essenze. 

In merito alla depilazione vanno bene cerette a freddo, rasoio ed epilatore elettrico, no a creme depilatorie (che contengono sostanze chimiche aggressive) e ceretta a caldo che stressa i capillari già potenzialmente fragili. E’ bene evitare la depilazione intima integrale, per ridurre il rischio di potenziali infezioni (come ad esempio la candida) o di irritazioni. 

Infine, è bene evitare fanghi anticellulite e terme, sauna e bagno turco sia durante il ciclo di PMA che nei primi mesi di una eventuale gravidanza.

Nel concedervi un trattamento e una, meritata, coccola per voi stesse, ricordiamo che è fondamentale rivolgersi solo a professionisti qualificati e che garantiscano i migliori standard di igiene. In caso di dubbi o domande in merito a quali trattamenti è possibile eseguire e quali è meglio evitare, lo staff di SISMeR resta sempre a vostra disposizione.

 

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Sport e Fertilità: quelli giusti e quelli da evitare se state cercando avere un bambino

GLI SPORT GIUSTI, E QUELLI DA EVITARE, SE STATE CERCANDO DI AVERE UN BAMBINO

Il movimento è sempre fondamentale per mantenere l’organismo sano e questo principio diventa ancora più importante in vista di un percorso di procreazione medicalmente assistita, oltre che dopo la gravidanza e durante l’allattamento, in quanto lo sport è in grado di influire sulla salute riproduttiva sia femminile che maschile. Persino durante la gestazione sono raccomandati almeno 150 minuti di attività fisica ogni settimana (come indicato dal Ministero della Salute); poco più di un quarto d’ora al giorno, infatti, è in grado di migliorare la circolazione (prevenendo le gambe gonfie), di tonificare i muscoli dorsali e addominali (alleggerendo il peso della pancia che cresce) e di favorire un parto più veloce e meno doloroso grazie all’allenamento dei muscoli pelvici (da evitare, chiaramente, pesistica e subacquea). 

Per le coppie che intraprendo una PMA, le alterazioni dell’assetto ormonale possono condizionarne il buon esito e una corretta attività fisica, associata a una buona alimentazione, possono influenzare positivamente il riequilibrio del corpo, creando i migliori presupposti per il percorso di fecondazione assistita. 

Per le donne sono consigliate attività aerobiche leggere, come nuoto, acqua-gym, pilates e camminate. Da evitare, invece, sforzi eccessivi e prolungati in grado di abbassare il livello di estrogeni o provocare rapide variazioni di peso che alterano la cadenza dei cicli ovulatori e possono portare alla scomparsa del ciclo mestruale, come avviene in alcune atlete che vanno incontro ad amenorrea. Per gli uomini meglio non praticare gli sport che riducono l’afflusso di sangue ai genitali come equitazione, ciclismo, maratone e subacquea.

In conclusione, abbandonate la vita sedentaria e regalatevi una serata di ballo insieme o una bella camminata al tramonto, ne beneficeranno il vostro spirito e anche i vostri gameti!



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Vacanze finite? Ritornare a lavoro con serenità per migliorare le possibilità di concepimento

VACANZE FINITE? RIENTRARE A LAVORO CON SERENITA’ PER MIGLIORARE LE POSSIBILITA’ DI CONCEPIMENTO

Dopo l’interruzione dal lavoro per alcune settimane, la fine delle vacanze e il rientro nei ritmi quotidiani causano, spesso, stress e cattivo umore, fattori che si riflettono sull’intero organismo e possono influenzare negativamente la fertilità. Infatti, un’indagine epidemiologica condotta su circa 400 donne ha dimostrato comein condizioni di stress le probabilità di concepire siano inferiori del 45% [1]. Tale fenomeno, però non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini per i quali può esserci un temporaneo abbassamento del testosterone e della qualità del liquido seminale[2].

Se all’ansia e stress da rientro si aggiungono le complesse emozioni da affrontare nell’ambito di un percorso di procreazionemedicalmente assistita, il mix può risultare esplosivo e influire negativamente sul sistema ormonale. Per mitigare questi effetti, però, bastano semplici accortezze, abitudini sane che aiutano mente e corpo ridando la serenità e le forze necessarie per affrontare una PMA.

Innanzitutto, riposare, quindi dormire la notte (pazienza se non vedrete la fine di un film o vi perderete una cena, anzi, se potete, spegnete i dispositivi elettronici e dedicatevi a una buona lettura conciliatrice del sonno);
fate moderata attività fisica: possibilmente lunghe passeggiate all’aperto (fondamentali per tamponare le lunghe ore passate a lavoro al chiuso);
mangiate sano, prediligendo frutta e verdura fresche e di stagione (l’arrivo dell’autunno ci regala frutti ricchi di energia come fichi, cachi, nespole e zucca);
consumate cioccolato e tè verde per merenda, ricchi di sostanze in grado di migliorare la risposta dell’organismo allo stress.

Infine, il consiglio più importante, dedicate tempo a voi stessi e ai vostri hobbies.

Presso il Centro S.I.S.Me.R. potrete trovare totale supporto per il vostro percorso di fecondazione assistita grazie a uno staff multidisciplinare in grado fi affiancarvi dal punto di vista medico, psicologico e nutrizionale.

 

 

1. https://www.sciencedaily.com/releases/2016/09/160912161019.htm

2. Samplaski, M.K.; Loai, Y.; Wong, K.; Lo, K.C.; Grober, E.D.; Jarvi, K.A. Testosterone use in the male infertility population: Prescribing patterns and effects on semen and hormonal parameters. Fertil. Steril. 2014, 101, 64–69. [Google Scholar] [CrossRef] [PubMed]



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Figli di una PMA: cosa raccontare ai bambini del percorso di nascita

FIGLI DI UNA PMA, COSA RACCONTARE AI BAMBINI DEL PERCORSO DI NASCITA

L’infertilità è un fenomeno molto diffuso e dovuto molteplici fattori sia patologici che legati ad influenze esterne come l’inquinamento e lo stile di vita. Sono, quindi, sempre di più gli aspiranti genitori che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita e i bambini nati con queste tecniche.

Nonostante questo, nel nostro Paese, è ancora difficile parlare apertamente di tali tematiche soprattutto in caso di donazione di gameti e questo può rendere, ancora più difficile, per i genitori spiegare ai figli il percorso da cui sono nati.

Tra le tante paure, c’è quella di non sapere se, e cosa dire, al bambino. In merito, non ci sono regole fisse da seguire, ogni genitore deve fare quello che si sente e che crede sia più opportuno per il proprio figlio; l’importante è avere scelto il percorso di PMA con consapevolezza e non avere, quindi, rimpianti su come sarebbero/avrebbero potuto andare le cose.

Nell’approccio di condivisione delle modalità di concepimento al bambino, i genitori non devono sentirsi soli, perchè possono avvalersi del supporto di specialisti in grado di aiutarli durante l’intero percorso, fin dalla diagnosi di infertilità e oltre il termine della sperata gravidanza. Questo è molto importante in considerazione della varietà di emozioni ad esso potenzialmente correlate sia a livello individuale che di famiglia. Presso SISMER, ad esempio, offriamo questo servizio non solo durante il trattamento, ma, su richiesta, anche in qualsiasi altro momento le coppie lo desiderino. 

Possono essere molto utili, anche, i libri per l’infanzia che sono in grado di spiegare, tramite illustrazioni e concetti semplici, la difficoltà di diventare genitori e, eventualmente, la figura del donatore. Proprio in merito al donatore, tale entità non deve essere vista come qualcosa di strano o astratto, ma come una persona che ha scelto di aiutare il prossimo come per chi dona il midollo spinale, il sangue, il cordone o, come in questo caso, i gameti, dando parte del loro patrimonio cromosomico.

Le istituzioni avrebbero l’importante compito di creare un substrato culturale che normalizzi la PMA e la donazione, in modo che chi deve ricorrere a queste tecniche non viva una situazione di disagio e pregiudizio che può influire negativamente, anche, sulla scelta delle modalità di condivisione con i figli del percorso che ha portato alla loro nascita. La letteratura scientifica dimostra che non esistono differenze significative, né a livello fisico né a livello psicologico, tra bambini concepiti spontaneamente e quelli nati da PMA. Avere un bambino significa aiutarlo a crescere e dare insegnamenti, condividere il mondo, il passato, il presente e il futuro. Un figlio è un essere nuovo, unico, che mette radici nella famiglia e che crescerà a fianco dei genitori; quindi, la modalità di concepimento o il patrimonio genetico passano in secondo piano rispetto ai legami affettivi e familiari che potranno diventare sempre più solidi anche attraverso il continuo confronto e una comunicazione vera e diretta.

Per ogni approfondimento i nostri specialisti sono sempre a disposizione nell’affiancarvi e darvi pieno supporto affrontando, con serenità e consapevolezza, qualsiasi strada dovrete percorrere.



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Affrontare il Transfer nel miglior modo possibile: consigli pratici

AFFRONTARE IL TRANSFER NEL MIGLIOR MODO POSSIBILE,

CONSIGLI PRATICI PER AUMENTARE LE POSSIBILITA’ DI SUCCESSO

Il trasferimento dell’embrione è un momento cruciale nel percorso di procreazione medicalmente assistita. L’alimentazione e lo stile di vita possono aiutare nel migliorare le probabilità di successo. Chiaramente non fanno miracoli, ma i cibi sono in grado di favorire un buon flusso di sangue all’utero, disintossicare gli organi e creare il giusto equilibrio per accogliere, nel migliore dei modi, il piccolo embrione.

COSA NON FARE

  • Evitare fumo, caffè, alcool, droghe
  • Non assumere cibi crudi come uova, carne e pesce
  • Consumare moderatamente ananas e papaya (possono favorire le contrazioni uterine e la combinazione di enzimi, alcaloidi e altre sostanze presenti altererebbero anche i livelli di estrogeni in circolo)
  • Evitare o ridurre il consumo di liquirizia (in grado di aumentare la produzione di prostaglandine)
  • Limitare il consumo di spinaci
  • Ridurre drasticamente carni affumicate ed insaccati (durante le fasi di preparazione di questi alimenti vengono aggiunti sia nitrito di sodio che nitrito di potassio, questi sali tossici sono in grado di oltrepassare la placenta)
  • Evitare formaggi non pastorizzati
  • Evitare lassativi (al bisogno meglio utilizzare magnesio in polvere) 
  • Evitare dolcificanti artificiali

 

COSA FARE

  • Consumare frutta verdura in grande quantità (lavate con il bicarbonato)
  • Mangiare cibi che contengono OMEGA 3 (tra cui pesce azzurro e frutta secca)
  • Consumare alimenti ricchi di ferro e Zinco (uova, legumi e verdure a foglie verdi)
  • Per condire usare olio EVO a crudo, avocado e, se piace, olio di semi di lino, oppure una salsa allo yogurt (ricca di vitamine b e K), aglio, zenzero (se piacciono)
  • Limitare latticini preferendo alimenti fermentati come miso, yogurt e kefir
  • Preferire pasta e pane integrali (sia per il maggior contenuto in fibre e di proteine, che per la presenza di importanti vitamine del gruppo B, in particolare la Niacina, ma anche della E e di sali minerali tra cui magnesio, ferro e potassio)

Dopo il transfer é fondamentale sostenere il rivestimento uterino. Bisogna, quindi, evitare cibi spazzatura, carboidrati e zucchero raffinati (merendine, biscotti, prodotti da forno pronti, bibite etc..) limitando i grassi saturi, comuni negli snack industriali, e preferendo alimenti integrali e frutta/verdura di stagione. Infine, l’attività fisica, se moderata e dolce, è sempre un ottimo alleato per il corpo e la mente.



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