Repubblica.it del 05 Luglio 2011 da’ spazio allo studio presentato al congresso della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia, effettuato su un progetto pilota condotto dall’ Università di Bonn e dal Sismer di Bologna, che ha utilizzato un nuovo metodo di esame dei globuli polari, piccole cellule prodotte nel corso dello sviluppo dell’ovocita, esaminati con la tecnica Cgh (microarray comparative genomic hybridisation):
“Grazie a questa nuova tecnologia del microarray – spiega Luca Gianaroli, chairman Eshre e presidente Sismer, Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione – si riescono ad analizzare anche da una sola cellula i frammenti di Dna, e di conseguenza a contare i cromosomi, tutte e 23 le paia. Analizzando i globuli polari, che sono i prodotti di scarto dell’uovo, prima della fecondazione e dopo l’ingresso dello spermatozoo, siamo riusciti ad individuare le anomalie cromosomiche. Se rimuoviamo gli ovociti patologici riduciamo il tempo che occorre per arrivare a una gravidanza, tenendo conto che comunque sopra i 35 anni oltre la metà degli ovociti è danneggiata, e che dai 43 anni in poi la percentuale sale fino al 70 per cento”.
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