OTTOBRE MESE DELLA PREVENZIONE PER IL TUMORE AL SENO
Quali sono i fattori ereditari da verificare
Il 95% dei carcinomi sono definiti o familiari (15% circa), quindi non si riscontrano mutazioni dei geni noti, ma esiste in famiglia una maggiore predisposizione o sono sporadici (la maggior parte); mentre nei tumori ereditari la donna presenta la mutazione dei geni BRCA 1 e/o BRCA 2 (3-5%).
Se la donna. in caso di positività per tumore, presenta particolari fattori di rischio come alta familiarità, indagini istologiche o giovane età, è bene rivolgersi a Centri di Senologia e, se necessario, sottoporsi a un test BRCA (oggi sono a disposizione pannelli multigenici in Centri specializzati, per valutare anche geni a minore penetranza).
Quali controlli fare
Se si riscontra la mutazione dei geni BRCA 1 e/o 2, le possibilità sono, principalmente, due o la chirurgia risk reducing (mastectomia bilaterale) o la stretta sorveglianza che passa per esami programmati (visita senologica, ecografia, mammografia, risonanza magnetica) schedulati in base all’età della donna. Queste mutazioni determinano anche una aumentata incidenza delle neoplasie salpingo-ovariche per cui è necessario anche uno stretto controllo ginecologico
Quali i sintomi di cui preoccuparsi
I sintomi più importanti sono l’autopalpazione di un nodulo, la secrezione, per lo più ematica dal capezzolo e la presenza di un linfonodo aumentato di volume nella ascella (che raramente provoca dolore). Purtroppo, però, una buona parte dei tumori mammari, non provoca sintomi (lesioni non palpabili) e sono rilevabili solo alla mammografia.
Quali esami fare
L’esame cardinale a cui sarebbe bene che le donne, o seguendo lo screening mammografico programmato o tramite screening spontaneo, si sottoponessero periodicamente è la mammografia; da fare almeno una volta ogni due anni dopo i 40 anni o più precocemente nel caso ci siano fattori di rischio (tra cui familiarità, allattamento, obesità, sedentarietà, fumo, alcool).
Prevenzione
Un’alimentazione corretta ha un ruolo importante nella prevenzione del tumore al seno e ha benefici più ampi in grado di abbattere, anche, altri fattori di rischio. Quindi cibo sano, niente fumo, regolare attività fisica e pochi alcolici sono la ricetta per prevenire lo sviluppo di carcinomi. Anche l’ambiente in cui si vive è importante e le sostanze con cui si viene in contatto quotidianamente.
Il calo di peso comporta una diminuzione consistente del grasso viscerale che, quando è presente in eccesso, contribuisce a creare uno stato infiammatorio diffuso e livelli elevati di insulina e di glucosio.
L’alimentazione deve essere ricca di cereali integrali, vegetali e legumi limitando i grassi animali perché tendono a rallentare l’azione dell’insulina e a mantenere alta la glicemia. Limitare, inoltre, fortemente bibite confezionate e cibi industriali come merendine, pasti pronti, dolci, biscotti e caramelle.
Gli alimenti che possono aiutarci
Sì a tutte le verdure, in particolare, broccoli, cavolfiori e cavoli che possiedono proprietà antiestrogene oltre a mele, aglio, pomodori, carote, frutti di bosco, melagrane e ciliegie. Di stagione i fichi d’india, ricchi di antiossidanti, ma sconsigliati in caso di diverticoli e stitichezza.
Importante “curare” anche il microbiota cioè l’insieme di microrganismi che popolano il corpo in grado di influenzare persino le terapie contro il cancro spingendo il sistema immunitario a essere più attivo contro le cellule tumorali. Gli alimenti giusti? Cereali integrali e verdura, perché contengono fibra, la fonte energetica del microbiota, e alimenti fermentati, come yogurt, kefir, miso e tempeh che contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio tra i microrganismi intestinali.
Fonte: Dott. Mario Taffurelli
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