La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha rigettato il ricorso presentato dal Governo Italiano a seguito della Sentenza del 28 Agosto 2012 che aveva affermato come alcune delle restrizioni imposte dalla Legge 40 costituissero una violazione dei diritti dei cittadini.
A seguito di questo pronunciamento, quindi, l’Italia dovrà corrispondere alla coppia ricorrente il risarcimento stabilito dalla Corte.
I coniugi Costa – Pavan avevano presentato ricorso alla Corte Europea nel 2010 per vedere riconosciuto il loro diritto ad accedere alle tecniche di diagnosi preimpianto pur essendo fertili in quanto portatori sani di Fibrosi Cistica.
La Legge 40, infatti prevede l’accesso a questo tipo di trattamento solo per le coppie infertili.
Con la sentenza del 28 agosto scorso, i giudici della Corte Europea avevano rilevato un’incongruenza nel sistema legislativo del nostro Paese che, pur non permettendo la Diagnosi preimpianto alle coppie portatrici di patologie genetiche, riconosce la possibilità di ricorrere all’aborto terapeutico qualora tali anomalie vengano riscontrate nel feto.
Questa sentenza ha un’importanza fondamentale in quanto elimina una delle gravi discriminazioni previste dalla Legge 40 aprendo di fatto la strada all’accesso alla Diagnosi Preimpianto per le coppie fertili portatrici di o affette da gravi malattie genetiche.