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Quando si parla dei danni che il fumo può provocare, spesso si annoverano quelli relativi all’apparato respiratorio, o a quello cardiocircolatorio, o si elencano tutti gli effetti che conosciamo come ad esempio un accresciuto rischio oncologico, l’invecchiamento precoce della pelle o la riduzione delle prestazioni atletiche. Tuttavia a questo elenco è necessario aggiungere anche effetti a volte poco conosciuti, ma ugualmente dannosi, che comportano una compromissione della fertilità
Le sigarette sono nemiche della cicogna, infatti molte delle sostanze che esse contengono (come ad esempio il cadmio o la cotinina) sono gametotossiche, ovvero provocano danni ai gameti. Una delle conseguenze, ad esmpio, è un aumento dello spessore della zona pellucida degli ovociti, che rende più difficile la fecondazione. Questi danni si riscontrano non solo nelle fumatrici, ma anche nelle donne regolarmente esposte a fumo passivo.
Vari studi confermano che il fumo aumenta il rischio di menopausa precoce, accorciando quindi la vita riproduttiva della donna. I sintomi provati dalla donna durante la menopausa precoce sono i medesimi di quella fisiologica, tuttavia i rischi di complicanze sono maggiori. Infatti, essendo un processo “non naturale” può provocare sintomi anomali e indesiderati anche di lunga durata, e esporre la donna a un maggior rischio di insorgenza di specifiche patologie legate alla menopausa stessa (ed esempio, l’ostroporosi). Perché la menopausa è anticipata? Secondo questi studi, il fumo accelera l’invecchiamento delle ovaie, anticipando l’esaurimento fisiologico della loro funzionalità mediamente di 2-3 anni.
Nelle donneil fumo può essere causa di tumori all’utero o alle ovaie, gli organi deputati alla riproduzione. Per poter curare queste patologie, a seconda dello stadio e della localizzazione della malattia, si procederà con un approccio chirurgico, chemioterapico o radioterapico. Ognuno di questi approcci può comportare compromissioni irreversibili dell’apparato riproduttore (asportazione degli organi, danni ai gameti legati agli effetti gametotossici di chemio e radioterapia, ecc.) e provocando una conseguente condizione di infertilità o sterilità. Per ridurre l’impatto di questi trattamenti, sono oggi a disposizione delle pazienti dei programmi di preservazione della fertilità.
Il fumo influisce negativamente anche sulle possibilità di successo dei trattamenti di procreazione assistita. La possibilità di gravidanza a seguito di trattamenti di procreazione assistita è notevolmente ridotta nelle fumatrici rispetto alle donne che non fumano. Inoltre si calcola che per ottenere una gravidanza una fumatrice debba sottoporsi a un maggior numero di cicli rispetto a una non fumatrice.
Anche nel caso in cui una fumatrice riesca a ottenere una gravidanza (spontaneamente o mediante tecniche di procreazione assistita, non bisogna dimenticare che le donne che fumano molto (20 sigarette al giorno) hanno un rischio di aborto raddoppiato rispetto alle donne non fumatrici. Uno studio giapponese pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Human Reproduction su un campione di1300 donne ha riscontrato che delle 430 che avevano avuto un aborto spontaneo 287 erano fumatrici contro 143 non fumatrici.
In ambito medico statunitense vengono chiamate “early term”, ovvero la nascita di bambini tra la 37esima e la 38esima settimana. Una condizione che potrebbe aumentare i rischi per il bambino, rispetto a chi nasce nella 39esima e 40esima settimana. Il parto prematuro è la più comune causa di morte infantile e di disabilità a lungo termine del bambino, e a volte i problemi si presentano una volta cresciuti, quali manifestazione di ritardo nello sviluppo e nell’apprendimento.
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