Affrontare il Transfer nel miglior modo possibile: consigli pratici
AFFRONTARE IL TRANSFER NEL MIGLIOR MODO POSSIBILE,
CONSIGLI PRATICI PER AUMENTARE LE POSSIBILITA’ DI SUCCESSO
Il trasferimento dell’embrione è un momento cruciale nel percorso di procreazione medicalmente assistita. L’alimentazione e lo stile di vita possono aiutare nel migliorare le probabilità di successo. Chiaramente non fanno miracoli, ma i cibi sono in grado di favorire un buon flusso di sangue all’utero, disintossicare gli organi e creare il giusto equilibrio per accogliere, nel migliore dei modi, il piccolo embrione.
COSA NON FARE
- Evitare fumo, caffè, alcool, droghe
- Non assumere cibi crudi come uova, carne e pesce
- Consumare moderatamente ananas e papaya (possono favorire le contrazioni uterine e la combinazione di enzimi, alcaloidi e altre sostanze presenti altererebbero anche i livelli di estrogeni in circolo)
- Evitare o ridurre il consumo di liquirizia (in grado di aumentare la produzione di prostaglandine)
- Limitare il consumo di spinaci
- Ridurre drasticamente carni affumicate ed insaccati (durante le fasi di preparazione di questi alimenti vengono aggiunti sia nitrito di sodio che nitrito di potassio, questi sali tossici sono in grado di oltrepassare la placenta)
- Evitare formaggi non pastorizzati
- Evitare lassativi (al bisogno meglio utilizzare magnesio in polvere)
- Evitare dolcificanti artificiali
COSA FARE
- Consumare frutta verdura in grande quantità (lavate con il bicarbonato)
- Mangiare cibi che contengono OMEGA 3 (tra cui pesce azzurro e frutta secca)
- Consumare alimenti ricchi di ferro e Zinco (uova, legumi e verdure a foglie verdi)
- Per condire usare olio EVO a crudo, avocado e, se piace, olio di semi di lino, oppure una salsa allo yogurt (ricca di vitamine b e K), aglio, zenzero (se piacciono)
- Limitare latticini preferendo alimenti fermentati come miso, yogurt e kefir
- Preferire pasta e pane integrali (sia per il maggior contenuto in fibre e di proteine, che per la presenza di importanti vitamine del gruppo B, in particolare la Niacina, ma anche della E e di sali minerali tra cui magnesio, ferro e potassio)
Dopo il transfer é fondamentale sostenere il rivestimento uterino. Bisogna, quindi, evitare cibi spazzatura, carboidrati e zucchero raffinati (merendine, biscotti, prodotti da forno pronti, bibite etc..) limitando i grassi saturi, comuni negli snack industriali, e preferendo alimenti integrali e frutta/verdura di stagione. Infine, l’attività fisica, se moderata e dolce, è sempre un ottimo alleato per il corpo e la mente.
Trattamenti di PMA e detrazioni fiscali: alcune informazioni utili per i pazienti
TRATTAMENTI DI PMA E DETRAZIONI FISCALI: ALCUNE INFORMAZIONI UTILI PER I PAZIENTI
Si avvicina la scadenza per la presentazione della documentazione necessaria alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Ecco alcune informazioni utili per accedere alle detrazioni previste per le spese sostenute per trattamenti di PMA.
A partire dal 2016 tutte le strutture sanitarie sono obbligate ad inviare al Sistema TS le fatture emesse nei confronti dei propri pazienti, al fine di predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata.
I dati sono messi anche a disposizione dei cittadini che possono pertanto consultare le spese che hanno sostenuto, sulla base di quanto inviato al Sistema TS dagli erogatori di prestazioni sanitarie.
Il paziente può opporsi all’invio delle proprie fatture al Sistema TS?
L’invio telematico é escluso solo in presenza di specifica opposizione, che deve essere espressa dall’assistito al momento dell’emissione della fattura.
A chi devono essere intestate le fatture relative alle prestazioni di PMA?
Le fatture relative ai trattamenti di PMA possono essere intestate indifferentemente a entrambi i partners. Al momento dell’emissione della fattura è necessario comunicare all’operatore i dati del partner a cui si desidera che venga intestato il documento. Per minimizzare il rischio di potenziali errori, è importante presentare la tessera sanitaria, che verrà scansionata con apposito lettore ottico.
Gli esami diagnostici (es. spermiogramma, isteroscopia, ecc.) possono essere intestati solo alla persona che li ha effettivamente eseguiti.
A quanto ammonta la detrazione prevista per i trattamenti di PMA?
Come per tutte le prestazioni sanitarie, la detrazione per i trattamenti di PMA ammonta al 19%.
Nella fattura è obbligatorio specificare il tipo di prestazione eseguita?
Si
Con che modalità di pagamento si può accedere alla detrazione?
E’ possibile accedere alla detrazione solo in caso di pagamenti tracciabili (ad es. bancomat, carta di credito, bonifico, assegno). Se il pagamento viene eseguito in contanti, non si potrà accedere alla detrazione.
Transfer Embrionale, come prepararsi
TRANSFER EMBRIONALE, COME PREPARARSI
Il transfer embrionale rappresenta la fase finale del percorso di fecondazione assistita e consiste nel trasferimento in utero di uno degli embrioni prodotti in laboratorio; può essere effettuato nel corso dello stesso ciclo di stimolazione ovarica (o scongelamento di ovociti e inseminazione in caso di eterologa), e quindi “a fresco”, oppure utilizzando embrioni crioconservati provenienti da cicli precedenti.
Il transfer rappresenta l’ultimo tassello del trattamento e, data l’incertezza dell’esito, è l’ennesimo passaggio stressante che può acuire paure e ansie. La buona notizia, però, è che è un intervento molto semplice. Infatti, non richiede anestesia e si svolge in pochi minuti. Verrai accomodata nel tuo letto, ti cambierai i vestiti indossando il camice e verrai portata in sala operatoria dove ti aspetta il nostro team di medici, ostetriche e biologi.
Vediamo meglio come avviene: il ginecologo, esperto in PMA, inserisce attraverso il collo dell’utero un apposito catetere all’interno del quale il biologo del laboratorio ha caricato l’embrione, questo catetere è a sua volta collegato a una piccola siringa che serve per spingere nella cavità uterina il “medium” in cui è sospeso l’embrione stesso. Il catetere viene, quindi, rimosso e ispezionato per assicurarsi che non sia rimasto nulla all’interno.
A parte il fastidio dello speculum, il dolore associato a questa procedura è davvero minimo (dipende sempre anche dalla conformazione dell’utero) ed infatti, contrariamente a quanto avviene per il pick-up, non è necessaria anestesia.
E’ importante arrivare a questa – auspichiamo – fine del percorso nel miglior modo con un corpo e una mente in salute, mangiando in modo corretto, bevendo molta acqua e riducendo fortemente cibi confezionati, bevande zuccherate e alcolici.
In particolare, carboidrati ad alto contenuto di zucchero come pasta bianca, pane bianco e biscotti aumentano i livelli di zucchero nel sangue e possono causare squilibri ormonali. Anche l’esercizio fisico è un fattore importante in vista del trasferimento dell’embrione: la chiave è mantenere un buon flusso di sangue che garantisca ai vari organi, utero compreso, il giusto rifornimento di ossigeno e sostanze nutritive, per creare un accogliente luogo di “riposo” per l’embrione.
Avere un approccio positivo può essere difficile, soprattutto in caso di precedenti delusioni e fallimenti, ma è importante arrivare a questo “grande giorno” con lo spirito giusto, consci delle possibilità di successo, ma speranzosi e consapevoli dell’impegno profuso in questo percorso così complesso e impegnativo.
L’endometrio nelle tecniche di fecondazione assistita ha un ruolo fondamentale, come migliorare la recettività?
L’ENDOMETRIO NELLE TECNICHE DI FECONDAZIONE ASSISTITA HA UN RUOLO FONDAMENTALE, COME MIGLIORARE LA SUA RECETTIVITA’?
Può capitare che, nonostante la buona qualità di un embrione (sviluppatosi sia in modo naturale che con tecniche di PMA), questo non riesca ad attecchire nell’endometrio e a svilupparsi, con la conseguente mancata gravidanza. I motivi per cui ciò accade sono diversi, ma il test della recettività endometriale è in grado di rilevarne uno importante, quello della finestra temporale d’impianto in cui l’utero è fisiologicamente pronto ad accogliere l’embrione.
La cavità uterina è rivestita da un particolare tessuto, l’endometrio, le cui caratteristiche cambiano in base al periodo del ciclo mestruale; ogni mese esso si prepara naturalmente ad accogliere e nutrire un embrione nell’eventualità di un concepimento. Gli ormoni sono i regolatori della struttura di questo particolare epitelio: all’inizio del ciclo gli estrogeni prodotti dal follicolo ovarico ne innescano la crescita fino all’ovulazione e, successivamente, nella fase luteale, entra in gioco il progesterone. Il tessuto endometriale è pronto a ricevere l’embrione tra i 5 ed i 7 giorni dopo l’afflusso del progesterone.
La recettività endometriale, fondamentale per il raggiungimento della gravidanza, è identificabile anche tramite un’ecografia grazie alla capacità di rilevare il cambiamento e lo spessore del rivestimento interno dell’utero. Tuttavia, non sempre tale aspetto è significativo da solo e per chi si affida a tecniche di fecondazione in vitro, è possibile effettuare un test per stabilire, con maggiore esattezza, quando trasferire l’embrione in modo da evitare ulteriori fallimenti devastanti fisicamente ed emotivamente.
Il test, chiamato Be-Ready, prevede l’effettuazione di una terapia farmacologica analoga a quella di preparazione al trasferimento di embrioni crioconservati. Nel giorno in cui da schema si dovrebbe eseguire il transfer, viene invece eseguita una biopsia aspirando un piccolo campione di tessuto interno all’utero attraverso un catetere inserito dalla cervice uterina. E’ una procedura semplice e rapida che può essere solo leggermente fastidiosa.
Il campione raccolto viene, quindi, attentamente analizzato dal laboratorio che investiga i principali marcatori genici che riflettono la recettività endometriale mediante la tecnologia NGS (Next Generation Sequencing) dando risultati che variano da recettivo a post o pre-recettivo.
L’esito impiegherà circa 2 settimane ad arrivare, e la terapia di preparazione al transfer di embrioni crioconservati verrà adeguata ai risultati ottenuti aumentando, così, le possibilità di concepimento. Presso il nostro centro è possibile effettuare questo test e ricevere tutte le informazioni al riguardo.
Ricordiamo, infine, che l’utero, come tutti gli altri organi, fa parte del sistema complesso che costituisce l’intero organismo regolamentato da fattori interni ed esterni, per cui abbiatene cura con un corretto stile di vita!
PMA e gravidanze gemellari? Meglio di no. Ecco perché preferiamo trasferire un solo embrione
PMA E GRAVIDANZE GEMELLARI? MEGLIO DI NO. ECCO PERCHE’ PREFERIAMO TRASFERIRE UN SOLO EMBRIONE
Chi si sottopone a un percorso di procreazione medicalmente assistita, spesso, non vede una possibile gravidanza gemellare come un problema, nonostante essa sia direttamente associata a una serie di complicazioni sia per la madre che per i bambini.
La complicanza più grave, sia per importanza che per frequenza, é il parto prematuro. Infatti, nelle gravidanze gemellari, la prematurità si presenta nella metà dei casi con problematiche associate ai bimbi che possono mettere a rischio la loro vita o provocare effetti a lungo corso.
Inoltre, in caso di gravidanza multipla aumentano le possibilità di insorgenza di diabete gestazionale, ipertensione e/o preeclampsia, rottura prematura delle membrane, cesareo, ritardo nello sviluppo intrauterino del feto, basso peso del bimbo alla nascita e mortalità perinatale. Questi rischi sono ulteriormente aggravati dal fatto che le donne che si sottopongono a trattamenti di PMA sono spesso in età riproduttiva anche molto avanzata.
Chiaramente, la maggioranza delle gravidanze gemellari, soprattutto se ben seguite dallo specialista e con attenzione da parte della madre nell’alimentazione e nel controllo del peso, termina a buon fine, ma tali rischi non possono essere totalmente esclusi; ecco perché, quando si procede con un percorso di fecondazione assistita, è preferibile impiantare un solo embrione tutelando la salute dell’intera famiglia, presente e futura.
Occorre considerare che, negli ultimi anni, le percentuali di gravidanza sono migliorate pur trasferendo un minor numero di embrioni e le gravidanze triple quasi scomparse dai trattamenti di PMA. Questo successo è stato possibile grazie all’ottimizzazione dei protocolli di stimolazione ovarica, del miglioramento delle tecniche di coltura e selezione degli embrioni e dall’adozione da parte dei Centri più qualificati di politiche di trasferimento di un solo embrione alla volta (SET, Single Embryo Transfer). Fondamentali, anche, le modifiche alla Legge 40, che obbligava l’impianto di tutti gli embrioni che si formavano fino a un massimo di tre. Questa norma è stata abrogata nel 2009, a tutela della salute della donna, per cui oggi gli ovociti, così come gli embrioni, si possono crioconservare per un utilizzo futuro (in caso di insuccesso o per avere un altro figlio).
Presso S.I.S.Me.R. abbiamo adottato una rigorosa politica di trasferimento di un singolo embrione per tentativo, al fine di ottimizzare le possibilità di successo dei nostri pazienti e per tutelare la loro salute e quella dei figli che tanto desiderano. I nostri specialisti sono a disposizione per fornirvi tutte le informazioni e i chiarimenti di cui doveste necessitare in merito.
Trattamenti di PMA e interazione con altri famarci e integratori, come comportarsi
TRATTAMENTI DI PMA E INTERAZIONE CON ALTRI FARMACI E INTEGRATORI, COME COMPORTARSI
Se prima, o durante, un percorso di PMA si stanno assumendo farmaci (antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, etc.) o integratori, è molto importante comunicarlo al medico di riferimento, che deciderà in merito alla eventuale sospensione della terapia o alla sua continuazione.
Alcuni farmaci, infatti, possono interagire con le terapie ormonali o essere controindicati in gravidanza. Nell’uomo, vi sono medicinali (ad esempio alcuni antidolorifici e antinfiammatori) che possono compromettere la qualità del liquido seminale.
Ovviamente, anche nella fase di preparazione al trattamento di fecondazione assistita e durante la terapia ormonale (ad esempio in vista di un pick-up ovocitario o di un transfer di embrioni), è necessario curarsi in caso di patologie, ma bisogna farlo sotto stretto controllo medico ed è meglio evitare integratori e farmaci secondo il principio del fai-da-te, del consiglio dell’amico e dei blog su internet. Infatti, purtroppo, è sempre più diffusa la cattiva e pericolosa abitudine di assumere farmaci non indispensabili e di abusare di antibiotici e integratori senza averne la reale necessità.
In caso di febbre alta, forte mal di testa o dolore in corso di trattamento, sempre sotto consiglio del medico, è possibile generalmente assumere paracetamolo. Se, invece, il problema è il naso chiuso, così comune d’inverno, meglio evitare spray e decongestionanti orali, preferendo vecchi rimedi come fumenti e miele di eucalipto.
Anche gli integratori alimentari e gli olii essenziali, spesso erroneamente ritenuti inoffensivi perché naturali, vanno assunti solo su indicazione del medico. L’Acido folico, invece, è raccomandato in fase pre-concezionale e durante la gravidanza perché nelle dosi raccomandate è una vitamina che aiuta a prevenire malattie del tubo neurale (come la spina bifida) nel bambino e ad evitare aborti spontanei. Possono essere utili anche vitamina C e D, di cui spesso si è carenti, ma attenzione ad assumere multivitaminici che possono appesantire fegato e reni.
Infine, si ricorda che un’alimentazione corretta e uno stile di vita sano possono aiutare a rimanere in salute e a limitare la necessità di dover ricorrere a farmaci ed integratori. I medici e i nutrizionisti di S.I.S.Me.R. sono a disposizione per fornire maggiori informazioni e chiarire eventuali dubbi in questi ambiti.
Dr.ssa Michela Kuan con la consulenza dell’équipe clinica PMA di S.I.S.Me.R.
La Riproduzione Assistita: il prezioso ruolo del partner maschile
LA RIPRODUZIONE ASSISTITA: IL PREZIOSO RUOLO DEL PARTNER MASCHILE
Per un uomo, un trattamento di riproduzione assistita può rappresentare una sfida difficile in cui entrano in gioco vari aspetti. Infatti, non riuscire ad avere figli può essere, per la figura maschile, motivo di disagio a causa di stereotipi legati alla potenza sessuale e alla virilità tanto infondati e discutibili quanto ancora diffusi nel nostro Paese che rischiano di rendere la diagnosi di infertilità ancora più difficile da accettare. Inoltre, spesso, l’uomo si trova in una situazione passiva dove “sopportare” il fatto che la sua partner si sottoponga a un trattamento medico invasivo senza potersi sentire d’aiuto.
Intraprendere un percorso di fecondazione assistita non deve essere mai vissuto come una sconfitta personale in cui sentirsi diversi o “sbagliati” isolandosi nei problemi e nelle paure, ma va profondamente compreso che l’infertilità, sia femminile che maschile, è una patologia molto più comune di quanto non si creda per la quale non bisogna provare nessuna colpa.
Solitamente, le donne hanno amiche e parenti con cui confidarsi, mentre l’uomo tende a chiudersi. E’ invece, importante comunicare e fare rete con chi si sente vicino oltre che con il partner che ha bisogno di particolari attenzioni in un momento così delicato; quindi, cercate di fare più attività insieme e regalatevi momenti di svago che piacciano a entrambi e che vi permettano di non pensare a quanto difficile o lunga può essere l’attesa di una gravidanza. Parlare delle proprie emozioni, esperienze e aspettative aiuta a sentirsi più forti e ad intraprendere il percorso ancora più uniti di prima.
Presso S.I.S.Me.R., è possibile trovare esperti a cui rivolgersi per un supporto psicologico in modo da affrontare il più serenamente possibile il trattamento, sia come individui che come coppia.
Come prepararsi alla raccolti di liquido seminale
COME PREPARARSI ALLA RACCOLTA DEL LIQUIDO SEMINALE
In un percorso di riproduzione assistita (inseminazione artificiale, fecondazione in vitro o donazione di ovociti) resta un passaggio cruciale la raccolta del liquido seminale necessario per la fertilizzazione degli ovociti o per eseguire test diagnostici, come ad esempio lo spermiogramma.
Arrivare preparati fisicamente e psicologicamente al giorno della produzione del campione è molto importante e può influire anche sulle probabilità di successo del percorso di procreazione medicalmente assistita.
Ecco, quindi, alcuni consigli per ottimizzare la qualità e l’integrità del liquido seminale:
- Mantenere un’astinenza sessuale di minimo 3 giorni e massimo 5 giorni.
- Il campione si deve ottenere mediante masturbazione, dopo aver orinato ed essersi lavati bene sia le mani che i genitali
- Il liquido seminale deve essere raccolto nel contenitore sterile fornito dal laboratorio
- Non vanno applicate pomate o creme lubrificanti almeno nelle 8 ore precedenti alla raccolta del campione
- Se nei giorni precedenti a quello previsto per la raccolta è intervenuto un evento potenzialmente debilitante (trauma, malattia, assunzione di farmaci) è importante comunicarlo al medico o al personale di laboratorio che valuteranno la situazione.
Ricordiamo inoltre che la raccolta del liquido seminale deve essere necessariamente effettuata presso la clinica e non è possibile eseguirla a casa per garantire la corretta identificazione del campione, per fare sì che venga immediatamente trattato e conservato in condizioni ottimali in laboratorio e per prevenire possibili contaminazioni.
In caso di dubbi o timori in merito alla produzione del campione, parlatene senza imbarazzo con i medici che vi seguono in modo da cercare di organizzare la raccolta nel modo per voi più confortevole possibile.
Presso S.I.S.Me.R. è possibile effettuare una ampia gamma di test di laboratorio (spermiogramma, test di Separazione Nemaspermica, studio del DNA spermatico, FISH test, test di Birifrangenza) e crioconservare il proprio liquido seminale. E’ inoltre disponibile un servizio di consulenza specialistica e chirurgia andrologica che ci permette di occuparci della salute dell’uomo a 360 gradi.
PMA ed Iniezioni, come farle correttamente
PMA E INIEZIONI, COME FARLE CORRETTAMENTE?
Chi affronta un percorso di PMA si sottopone a una terapia, più o meno complessa, che prevede l’iniezione di farmaci per via sottocutanea, anche più volte al giorno, per settimane.
Al fine di evitare reazioni locali come dolore, ecchimosi, indurimenti ed ematomi e dissipare ogni dubbio o paura, per chi teme di non iniettare il farmaco nel modo giusto, vediamo insieme la corretta esecuzione di una puntura sottocutanea:
- Lavare le mani con acqua e sapone
- Disinfettare il sito di iniezione con movimenti circolari per un’area di qualche centimetro (questo movimento di strofinamento permette di rimuovere le secrezioni della cute che contengono microrganismi)
- Prendere la siringa con la mano con cui si scrive e con l’altra formare una plica cutanea nell’addome stando a circa 5 centimetri dall’ombelico
- Inserire l’ago a 90° o 45° (preferire aghi di lunghezza compresa tra 4 e 6 mm; in questo caso, l’iniezione può essere effettuata posizionando l’ago a 90° sul piano cutaneo – un ago di queste dimensioni permette di iniettare il farmaco direttamente nel tessuto sottocutaneo, senza correre il rischio di raggiungere il tessuto muscolare- mentre se si utilizza un ago di lunghezza superiore ai 6 mm, è preferibile inserire l’ago a 45° rispetto al piano cutaneo)
- Iniettare lentamente il farmaco mantenendo la siringa ferma in sede fino a quando lo stantuffo non è completamente abbassato
- Lasciare l’ago all’interno della cute per almeno 5 secondi dopo aver finito il contenuto nella siringa
- Estrarre l’ago delicatamente e lasciare, contemporaneamente, la plica.
- Tamponare il sito di iniezione con una garza o del cotone sterile senza strofinare, mantenendo la leggera pressione per circa un minuto
Se si usano siringhe preriempite si raccomanda di non espellere l’aria presente nella siringa prima dell’iniezione: questa procedura non solo non è necessaria, ma potrebbe compromettere il corretto assorbimento del farmaco nel tessuto sottocutaneo e il dosaggio somministrato.
Se avete dubbi, potete consultare il bugiardino, visionare i tutorial ufficiali disponibili on-line o chiedere al medico o alle ostetriche di mostrarvi la procedura che dovrete poi seguire a casa.
Infine, visto che dovrete fare più iniezioni al giorno, cercate di cambiare lato dell’ombelico, ad esempio la mattina usate la parte destra e la sera la parte sinistra.
Un piccolo trucco se avete paura degli aghi? Mettervi un dolcetto davanti sapendo che terminata l’iniezione potete concedervi qualcosa di goloso che vi ricompensi della prova di coraggio!
Certificazione ESHRE per i Centri di PMA: che cos’è e perché è così importante
CERTIFICAZIONE ESHRE PER I CENTRI DI PMA: CHE COS’È E PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE
Valutare un Centro di PMA prima di sceglierlo è fondamentale per poter ricevere un servizio di maggiore qualità e per avere a disposizione trattamenti che garantiscano maggiori probabilità di successo.
Per aiutare le coppie abbiamo creato una guida per approfondire le caratteristiche che consigliamo di prendere in considerazione per scegliere al meglio il Centro di PMA.
ESHRE, la Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia, è uno dei punti di riferimento scientifici più importanti a livello internazionale nel campo della Medicina della Riproduzione, raccogliendo i più importanti esperti del settore, promuovendo la ricerca e la formazione, e rappresentando le istanze di professionisti e pazienti presso le principali istituzioni nazionali ed europee.
S.I.S.Me.R. ha contribuito attivamente alle attività di ESHRE mettendo al servizio della Società ben 2 Presidenti, ovvero il Dr. Luca Gianaroli (2009-20011) e la Dott.ssa Maria Cristina Magli (2019-2021).
ESHRE, per identificare i Centri PMA di eccellenza, ha deciso di istituire una propria Certificazione, offrendo così ai pazienti un prezioso strumento poter scegliere al meglio il Centro a cui affidarsi. Tale Certificazione ha lo scopo di identificare i Centri che svolgono le loro attività secondo gli standard definiti dalle Linee Guida e riconosciuti a livello internazionale.
Una Certificazione di qualità e sicurezza, quindi, a tutela prima di tutto dei pazienti.
I criteri stabiliti da ESHRE per il conseguimento della Certificazione da parte di un Centro sono estremamente rigorosi. In particolare, la Società Europea ha scelto una serie di variabili e dati che vengono analizzati da due ispettori qualificati, un medico e un embriologo.
Tra gli elementi che vengono valutati vi sono la struttura, i servizi offerti, la composizione dello staff, le procedure cliniche e di laboratorio, i risultati dei trattamenti, l’eventuale presenza di un sistema di gestione per la qualità e l’adesione a normative e linee guida.
Per garantire l’obiettività della valutazione, gli ispettori effettuano anche una verifica ispettiva per osservare in prima persona le procedure in uso presso i Centri e le attività svolte.
In base al risultato di tali analisi ad ogni Centro viene assegnato un punteggio, che se superiore al 66% garantisce la certificazione per un periodo di 3 anni.
Il Dottor Gianaroli ha contribuito significativamente allo sviluppo di questo programma di certificazione, di cui è stato coordinatore dalla sua fondazione nel 2016 fino al 2021. I risultati dei primi anni di operatività della certificazione sono diventati oggetto di una pubblicazione pubblicata su una prestigiosa rivista scientifica.
GIANAROLI L, VEIGA A, GORDTS S, EBNER T, WOODWARD B, PLAS C, VAN GROESEN W, SGARGI S, KOVACIC B. ESHRE certification of ART centres for good laboratory and clinical practice. Human Reproduction Open, pp. 1–10, 2022 https://doi.org/10.1093/hropen/hoac040