Microplastiche nella Placenta | Come difendersi

MICROPLASTICHE NELLA PLACENTA, COME DIFENDERSI

Una nuova ricerca conferma le preoccupazioni legate all’inquinamento da plastica per la salute umana e degli interi ecosistemi. Infatti, un gruppo di ricercatori dell’Università del New Mexico ha trovato tracce di microplastica in ciascuna delle 62 placente umane esaminate dimostrando come queste particelle di piccole dimensioni siano in grado di attraversare la barriera placentale con possibili danni sulla madre e il bambino sia a breve che a lungo termine.

Il 54% delle microplastiche individuate dalla ricerca era rappresentato da polietilene, seguito da polivinilcloruro (pvc) e nylon con il 10% ciascuno; il restante 26% delle particelle era costituito da nove diversi tipi di polimeri.  A peggiorare il quadro, i dati denunciati dall’Università delle Hawaii di Manoa, dal Kapi’olani Medical Center for Women and Children di Honolulu e dall’Università federale di Alagoas in Brasile che, esaminando 30 placente donate tra il 2006 e il 2021, hanno scoperto che mentre nel 2006 sei campioni su dieci presentavano una concentrazione di microparticelle, nel 2013 la quota era salita a nove su dieci.

Le microplastiche sono già state trovate in tutti gli organi del corpo umano, ma da dove vengono e come difendersi? 

Queste particelle, le cui dimensioni sono comprese tra i 330 micrometri e i 5 millimetri, derivano dalla degradazione fisica (sole, vento, calore…) o chimica (acido, sale, cloro) di oggetti di plastica più grandi, come contenitori per imballaggio, materiali per la conservazione di alimenti, bottiglie d’acqua monouso e indumenti. 

Quindi alcuni suggerimenti sono:

  • limitare cibi confezionati nella plastica preferendo vetro, carta o materiali riutilizzabili, soprattutto se usati con alimenti caldi
  • evitare l’uso di saponi, cosmetici e prodotti abrasivi con microplastiche
  • scegliere spugne naturali invece di quelle sintetiche
  • vestirsi con capi a base di tessuti naturali (quelli sintetici durante il lavaggio – che sia a mano o in lavatrice – rilasciano microfibre che vanno a decomporsi divenendo microplastiche)
  • limitare il consumo degli alimenti che risultano più comunemente contaminati da queste sostanze, ossia i frutti di mare, il miele, lo zucchero, il sale.

L’alimentazione e lo stile di vita hanno un ruolo chiave nella salute riproduttiva; presso la nostra clinica potrai ricevere il giusto supporto per poter attuare le migliori scelte che tutelino il tuo organismo e quello del bambino che, speriamo, presto arriverà.

 

REFERENZE:

Garcia MA, Liu R, Nihart A, El Hayek E, Castillo E, Barrozo ER, Suter MA, Bleske B, Scott J, Forsythe K, Gonzalez-Estrella J, Aagaard KM, Campen MJ. Quantitation and identification of microplastics accumulation in human placental specimens using pyrolysis gas chromatography mass spectrometry. Toxicol Sci. 2024 Feb 17:kfae021

Weingrill RB, Lee MJ, Benny P, Riel J, Saiki K, Garcia J, Oliveira LFAM, Fonseca EJDS, Souza ST, D’Amato FOS, Silva UR, Dutra ML, Marques ALX, Borbely AU, Urschitz J. Temporal trends in microplastic accumulation in placentas from pregnancies in Hawai’i. Environ Int. 2023 Oct;180:108220

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Smog e Fertilità | Quanto incide l’inquinamento?

ALLARME SMOG, EFFETTI ANCHE SULL’INFERTILITÀ

In questi giorni è alla ribalta della cronaca il fatto che l’Italia sia tra i Paesi dell’Unione Europea dove l’aria è più inquinata, con la Pianura Padana in cima alla lista. Lo smog, infatti, è un problema crescente le cui ricadute sulla salute sono amplissime, compresa l’infertilità sia femminile che maschile. Sotto accusa le polveri sottili: particelle molto fini sospese nell’aria che possono comprendere sostanze nocive quali gas inquinanti, vapori tossici, metalli pesanti, solfati e nitrati.

Per valutare la qualità dell’aria si analizza la quantità di PM10, cioè le particelle grandi fino a 10 micron, e di PM2,5. Se il primo tipo può raggiungere, respirando, la gola e la tracheail pulviscolo più piccolo è in grado di arrivare ai polmoni. Per capire la gravità della situazione basta ricordare i dati recentemente diffusi, dalla società svizzera IQAir, che indicano come a Milano vi sia una concentrazione di PM2.5 di 29,7 volte il valore guida annuale fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Le malattie legate all’inquinamento sono moltissime tra cui tumori, cardiopatie, asma e, non ultime, le disfunzioni del sistema riproduttivo con effetti dal concepimento allo sviluppo del feto

In Cina è stato recentemente concluso un ampio studio che ha dimostrato come l’inquinamento atmosferico aumenti il rischio di infertilità in modo significativo [1]. Inoltre, esistono pericoli anche sulla salute del feto e della donna in gravidanza, dal parto prematuro al basso peso del neonato [2].

Ma non serve andare oltreoceano per trovare tali evidenze: una ricerca condotta dall’università di Modena e Reggio Emilia, presentata al congresso della Società Europea per la Riproduzione Umana, ha investigato, i valori dell’ormone antimulleriano (AMH), indicatore di riserva ovarica, nelle donne residenti nell’area di Modena nell’arco di 10 anni.  Questi dati sono stati messi a confronto con quelli della regione Emilia-Romagna relativi all’esposizione del donne a fattori ambientali e alle polveri sottili. I risultati delle misurazioni di AMH nelle 1.318 donne prese in esame, hanno confermato come i valori dell’ormone, oggetto di studio, diminuiscano all’avanzare dell’età delle donne, ma è stato anche riscontrato che i livelli di AMH, indipendentemente dall’età delle pazienti, erano inversamente proporzionali alla concentrazione di agenti inquinanti presenti nell’atmosfera, definiti come PM10, PM2.5 e ossidi di azoto [3]. 

Non stupisce, quindi, che le persone con diagnosi di infertilità siano in aumento e ci siano sempre più coppie che devono rivolgersi a un percorso di procreazione medicalmente assistita per avere il tanto desiderato figlio. Purtroppo, nonostante le evidenze, le misure messe in opera per tutelare la salute di tutti,  ivi compreso la prevenzione, la necessità di fare accertamenti non solo in età avanzata e l’educazione per un corretto stile di vita,  sono spesso largamente insufficienti.

Presso la clinica S.I.S.Me.R. è possibilericevere il supporto specialistico prima, durante e dopo il concepimento al fine di essere pienamente consapevoli delle possibili scelte per il futuro personale e di coppia.

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33171380

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30419237/

[3] https://www.aou.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3401

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Vitamina D: un ruolo chiave nella fertilità

 

VITAMINA D: UN RUOLO CHIAVE NELLA FERTILITÀ

La vitamina D, nota anche come vitamina del sole, non solo aiuta a migliorare la salute delle ossa e compensa la carenza di calcio, ma è uno dei nutrienti essenziali da tenere presente per la salute riproduttiva.

Infatti, recenti studi hanno dimostrato una correlazione tra l’insufficienza di vitamina D e una maggiore incidenza dell’infertilità la cui causa può essere ambientale (come avviene ad esempio in alcuni Paesi del Nord Europa [1] o in quelli particolarmente inquinati), o religiosa (come nel caso delle donne che indossano vestiti che coprono la quasi totalità del corpo [2], comprese le zone più importanti tra cui viso, braccia, mani e gambe).

Questi dati vanno tenuti in considerazione anche dalle coppie che intraprendono un percorso di procreazione medicalmente assistita, in quanto le ricerche hanno dimostrato maggiori probabilità di ottenimento della gravidanza in donne con normali tassi di vitamina D (i valori desiderabili di 25(OH)D sono compresi tra 20 e 40 ng/mL). Tali risultati sono dovuti all’azione positiva che questa vitamina svolge sull’endometrio, contribuendo a favorire l’impianto dell’embrione e riducendo le molecole infiammatorie a livello endometriale [3]. Questo nutriente è importante anche per la fertilità maschile in quanto sembra che una sua carenza possa influire su numero, forma e motilità degli spermatozoi. 

Visto che siamo alle porte dell’inverno è utile ricordare un altro punto a favore della vitamina D che contribuisce al corretto funzionamento del sistema immunitario, potenziandolo, con un conseguente aumento delle difese contro virus e batteri.

Come aumentare, quindi, naturalmente la sua concentrazione?

Innanzitutto, sfruttando l’esposizione alla luce solare almeno 30 minuti al giorno grazie a passeggiate all’aria aperta o una pausa caffè sul terrazzo. La fascia oraria migliore è tra le 10 e le 14, ma attenzione perchè i raggi UV non penetrano il vetro; quindi, stare dietro a una finestra non stimola la produzione della vitamina.

Anche l’alimentazione può essere di aiuto (sebbene in caso di insufficienza sia bene assumere un integratore specifico); tra i cibi più ricchi di vitamina D ci sono i pesci grassi (come salmone, sardine e sgombro), le uova e il latte, oltre a funghi e verdure con foglie verdi, tra cui spinaci, erbette e bietole. Esistono, inoltre, in commercio cibi fortificati facilmente reperibili nei supermercati come cereali e bevande vegetali. Importante sapere che le persone in sovrappeso hanno difficoltà a produrre vitamina D a sufficienza. Questa sostanza è liposolubile, quindi le cellule adipose la assorbono rendendola meno disponibile all’uso per i tessuti e gli organi del corpo: un motivo in più per agire sul proprio peso corporeo, se in eccesso, soprattutto in vista di un percorso di PMA.

Occorre ricordare che ’inquinamento dell’aria può bloccare i raggi UVB del sole inibendo la possibilità di produrre vitamina D, quindi meglio spezzare la routine della città con una giornata in montagna o almeno in collina.

Infine, quando possibile, è bene scegliere indumenti che lascino scoperti il viso, le mani e le braccia e nel caso si usino, giustamente, creme con alti fattori di protezione dal sole, applicarle la mattina presto in modo da avere, nella parentesi del primo pomeriggio, la pelle più recettiva.

Lo staff di SISMeR resta a disposizione per offrirvi pieno supporto su ogni aspetto del percorso che dovrete intraprendere, compreso l’ottenimento e il mantenimento di stili di vita sani e corretti.  

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37375724/

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27651580/#:~:text=Conclusion%3A%20The%20prevalence%20of%20vitamin,improve%20the%20feto%2Dmaternal%20outcome.

[3] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1530891X23000162#:~:text=IVF%20Success%20Rate%20and%20Serum%2025(OH)D%20Level&text=Table%202%20shows%20that%2063,014).



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Dolore e PMA: cosa aspettarsi quando si inizia il percorso

DOLORE E PMA, COSA ASPETTARSI QUANDO SI INIZIA UN PERCORSO DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA

Le coppie che iniziano un percorso di PMA sono, spesso, spaventate dal dolore che dovranno affrontare, sia dal punto di vista fisico che emotivo. 

Vediamo, quindi, i passaggi che vi attendono e i conseguenti effetti a cui essere preparati. Sebbene la maggior parte di essi riguardino la partner femminile, è infatti importante che anche il compagno sia informato, in modo da poterla supportare nel miglior modo possibile. 

STIMOLAZIONE OVARICA O PREPARAZIONE DELL’ENDOMETRIO AL TRANSFER EMBRIONALE

Il dolore ovarico durante la stimolazione ormonale è abbastanza comune, ma molto lieve. Potrebbero insorgere una lieve dolenzia alla pancia, gonfiore, ritenzione di liquidi e aumento delle perdite vaginali. Alcune donne avvertono anche mal di testa, fastidio al seno o sbalzi d’umore, tutti effetti passeggeri che possono essere migliorati da una buona alimentazione, idratazione e moderata attività fisica. In caso di disturbi di maggiore entità, è opportuno segnalarli all’équipe clinica per valutare la necessità di eventuali approfondimenti. 

A questo si aggiunge il disagio delle iniezioni che potranno essere sottocutanee o intramuscolari, ma assolutamente indolori se ben eseguite. Potete trovare consigli e istruzioni nell’articolo dedicato sul nostro sito.

RACCOLTA DEL LIQUIDO SEMINALE

Si procede alla raccolta dello sperma, in clinica e con apposito recipiente sterile, mediante masturbazione; quindi, la procedura è totalmente indolore e senza effetti collaterali. Tuttavia, in alcuni casi è previsto il prelievo chirurgico degli spermatozoi. Si tratta di un vero e proprio intervento, che viene eseguito con anestesia e necessità di qualche settimana per la guarigione. 

PRELIEVO DEGLI OVOCITI

La paziente è sottoposta a una lieve, e breve, sedazione; durante l’anestesia, sotto guida ecografica si raggiungono le ovaie e i follicoli maturati grazie alla precedente stimolazione. Questi vengono penetrati dall’ago al fine di aspirare il liquido follicolare interno che contiene gli ovociti. Al risveglio, la paziente dovrà stare a riposo qualche ora in clinica. Tra gli effetti indesiderati, potrebbero esserci, gonfiore, crampi o indolenzimento (simile a quello tipico del ciclo mestruale); si possono, inoltre, avere lievi perdite, ma non servono punti di sutura e non rimangono cicatrici perché si passa dal canale vaginale. Il giorno successivo al prelievo la paziente deve effettuare un emocromo, per verificare che tutti i parametri siano nella norma e per individuare precocemente eventuali complicanze post operatorie (che sono però estremamente rare, intorno allo 0,1%). In caso di dolore o altri sintomi, è consigliabile segnalarli tempestivamente all’équipe clinica. 

TRANSFER DELL’EMBRIONE

Si tratta di una fase delicata, ma totalmente indolore, in quanto eseguita senza alcun tipo di sedazione.

Riassumendo, il dolore fisico a cui si sarà esposti è minimo, ma può restare quello emotivo , la cui entità varia molto da persona a persona. Infatti, il viaggio di emozioni che si attraversa prima e durante la PMA, è complesso e molto personale, frutto della propria storia, carattere e dell’ambiente in cui si è immersi (a volte favorevole e, purtroppo, a volte contrario).

Non riuscire ad avere un figlio può far nascere tristezza, paura, senso di fallimento, impotenza, delusione e sfiducia verso il futuro, sensazioni che aumentano di pari passo con i possibili fallimenti e da gestire anche durante il percorso di procreazione medicalmente assistita, fin dal momento della  diagnosi d’infertilità. 

Per queste ragioni, presso il nostro centro, avrete l’opportunità, lungo tutto il percorso di PMA, di essere affiancati da medici, psicologi e ostetriche specializzati, in modo da ricevere tutte le informazioni di cui avete bisogno e il supporto psicologico che riterrete necessario.

 

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PMA, Gravidanza e Trattamenti Estetici: quali sono consentiti e quali evitare

PMA E GRAVIDANZA: QUALI SONO I TRATTAMENTI ESTETICI CONSENTITI, E QUALI INVECE SONO DA EVITARE

Un trattamento di PMA e la successiva potenziale gravidanza possono causare cambiamenti significativi nel corpo di una donna. Per ritrovare il benessere perduto, l’estetica può essere d’aiuto, ma bisogna stare attenti perché non tutto è consentito.

Trattamenti come ultrasuoni e radiofrequenza, ad esempio sono sconsigliati sia in gravidanza che durante il ciclo di PMA perché indurre una rapida lipolisi può comportare un affaticamento del fegato e degli organi emuntori che è bene evitare.

Per quanto riguarda la pelle, le fluttuazioni ormonali, possono renderla sia più secca che più grassa; quindi, è bene scegliere delle creme per il viso adatte, possibilmente con formulazioni biologiche e naturali, che abbiano un alto fattore di protezione dai raggi solari anche nella stagione invernale per evitare la formazione di macchie. Sono, invece, controindicati i peeling (che possono contenere agenti chimici aggressivi) e le lampade. 

Inoltre, un comune ma fastidioso effetto dell’assunzione di ormoni è il gonfiore. Esso può essere limitato con accorgimenti nutrizionali e camminate nell’acqua (anche in piscina). Possono aiutare, con le dovute cautele, anche massaggi che agiscano sulla circolazione linfatica, favorendo il drenaggio dei liquidi, alla sola zona degli arti. In ogni caso, bisogna applicare sempre olii naturali a base di mandorla o oliva senza profumi ed essenze. 

In merito alla depilazione vanno bene cerette a freddo, rasoio ed epilatore elettrico, no a creme depilatorie (che contengono sostanze chimiche aggressive) e ceretta a caldo che stressa i capillari già potenzialmente fragili. E’ bene evitare la depilazione intima integrale, per ridurre il rischio di potenziali infezioni (come ad esempio la candida) o di irritazioni. 

Infine, è bene evitare fanghi anticellulite e terme, sauna e bagno turco sia durante il ciclo di PMA che nei primi mesi di una eventuale gravidanza.

Nel concedervi un trattamento e una, meritata, coccola per voi stesse, ricordiamo che è fondamentale rivolgersi solo a professionisti qualificati e che garantiscano i migliori standard di igiene. In caso di dubbi o domande in merito a quali trattamenti è possibile eseguire e quali è meglio evitare, lo staff di SISMeR resta sempre a vostra disposizione.

 

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Sport e Fertilità: quelli giusti e quelli da evitare se state cercando avere un bambino

GLI SPORT GIUSTI, E QUELLI DA EVITARE, SE STATE CERCANDO DI AVERE UN BAMBINO

Il movimento è sempre fondamentale per mantenere l’organismo sano e questo principio diventa ancora più importante in vista di un percorso di procreazione medicalmente assistita, oltre che dopo la gravidanza e durante l’allattamento, in quanto lo sport è in grado di influire sulla salute riproduttiva sia femminile che maschile. Persino durante la gestazione sono raccomandati almeno 150 minuti di attività fisica ogni settimana (come indicato dal Ministero della Salute); poco più di un quarto d’ora al giorno, infatti, è in grado di migliorare la circolazione (prevenendo le gambe gonfie), di tonificare i muscoli dorsali e addominali (alleggerendo il peso della pancia che cresce) e di favorire un parto più veloce e meno doloroso grazie all’allenamento dei muscoli pelvici (da evitare, chiaramente, pesistica e subacquea). 

Per le coppie che intraprendo una PMA, le alterazioni dell’assetto ormonale possono condizionarne il buon esito e una corretta attività fisica, associata a una buona alimentazione, possono influenzare positivamente il riequilibrio del corpo, creando i migliori presupposti per il percorso di fecondazione assistita. 

Per le donne sono consigliate attività aerobiche leggere, come nuoto, acqua-gym, pilates e camminate. Da evitare, invece, sforzi eccessivi e prolungati in grado di abbassare il livello di estrogeni o provocare rapide variazioni di peso che alterano la cadenza dei cicli ovulatori e possono portare alla scomparsa del ciclo mestruale, come avviene in alcune atlete che vanno incontro ad amenorrea. Per gli uomini meglio non praticare gli sport che riducono l’afflusso di sangue ai genitali come equitazione, ciclismo, maratone e subacquea.

In conclusione, abbandonate la vita sedentaria e regalatevi una serata di ballo insieme o una bella camminata al tramonto, ne beneficeranno il vostro spirito e anche i vostri gameti!



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Vacanze finite? Ritornare a lavoro con serenità per migliorare le possibilità di concepimento

VACANZE FINITE? RIENTRARE A LAVORO CON SERENITA’ PER MIGLIORARE LE POSSIBILITA’ DI CONCEPIMENTO

Dopo l’interruzione dal lavoro per alcune settimane, la fine delle vacanze e il rientro nei ritmi quotidiani causano, spesso, stress e cattivo umore, fattori che si riflettono sull’intero organismo e possono influenzare negativamente la fertilità. Infatti, un’indagine epidemiologica condotta su circa 400 donne ha dimostrato comein condizioni di stress le probabilità di concepire siano inferiori del 45% [1]. Tale fenomeno, però non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini per i quali può esserci un temporaneo abbassamento del testosterone e della qualità del liquido seminale[2].

Se all’ansia e stress da rientro si aggiungono le complesse emozioni da affrontare nell’ambito di un percorso di procreazionemedicalmente assistita, il mix può risultare esplosivo e influire negativamente sul sistema ormonale. Per mitigare questi effetti, però, bastano semplici accortezze, abitudini sane che aiutano mente e corpo ridando la serenità e le forze necessarie per affrontare una PMA.

Innanzitutto, riposare, quindi dormire la notte (pazienza se non vedrete la fine di un film o vi perderete una cena, anzi, se potete, spegnete i dispositivi elettronici e dedicatevi a una buona lettura conciliatrice del sonno);
fate moderata attività fisica: possibilmente lunghe passeggiate all’aperto (fondamentali per tamponare le lunghe ore passate a lavoro al chiuso);
mangiate sano, prediligendo frutta e verdura fresche e di stagione (l’arrivo dell’autunno ci regala frutti ricchi di energia come fichi, cachi, nespole e zucca);
consumate cioccolato e tè verde per merenda, ricchi di sostanze in grado di migliorare la risposta dell’organismo allo stress.

Infine, il consiglio più importante, dedicate tempo a voi stessi e ai vostri hobbies.

Presso il Centro S.I.S.Me.R. potrete trovare totale supporto per il vostro percorso di fecondazione assistita grazie a uno staff multidisciplinare in grado fi affiancarvi dal punto di vista medico, psicologico e nutrizionale.

 

 

1. https://www.sciencedaily.com/releases/2016/09/160912161019.htm

2. Samplaski, M.K.; Loai, Y.; Wong, K.; Lo, K.C.; Grober, E.D.; Jarvi, K.A. Testosterone use in the male infertility population: Prescribing patterns and effects on semen and hormonal parameters. Fertil. Steril. 2014, 101, 64–69. [Google Scholar] [CrossRef] [PubMed]



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Gravidanza: controllare l’aumento del peso e alimentarsi correttamente

GRAVIDANZA: CONTROLLARE L’AUMENTO DI PESO E ALIMENTARSI CORRETTAMENTE GRAZIE AL SUPPORTO DI UNO SPECIALISTA

Tra le paure più comuni in gravidanza, c’è quella di prendere troppo peso o mangiare alimenti sbagliati/dannosi per il feto; una paura fondata visto che un incremento ponderale eccessivo può mettere a rischio il corretto decorso della gestazione e, cibi ricchi di elementi tossici possono influenzare la salute anche del futuro nascituro.

Studi presenti in letteratura, effettuati su oltre 35mila partecipanti [1], hanno evidenziato come l’aiuto di uno specialista durante la gravidanza riesca a far avere un controllo del peso migliore alla gestante al fine di evitare complicanze come diabete gestazionale, malattie cardiovascolari, preeclampsia, macrosomia fetale (peso alla nascita superiore a 4,5 kg), difficoltà nel parto e ricorso al taglio cesareo.

Purtroppo, il luogo comune “sei incinta, devi mangiare per due” è ancora diffuso col risultato che molte donne accumulano più chili di quelli che sono considerati fisiologici esponendosi a rischi e ritrovandosi, dopo il parto, un corpo profondamente cambiato e energie limitate, con ripercussioni fisiche e psicologiche.

Presso la nostra clinica, credendo nell’ascolto e nella condivisione delle differenti problematiche individuali connesse all’alimentazione senza rinunce forzate, proponiamo dei pacchetti, che comprendono fino a 5 controlli, e il supporto di uno specialista che potrà seguire, passo dopo passo, la gestazione fornendo consigli e indicazioni personalizzate. Tale possibilità può essere estesa anche a dopo il parto, offrendo un sostegno professionale e specializzato per recuperare il peso forma e adottare un’alimentazione idonea durante l’allattamento.

La nostra cultura è permeata di falsi miti che vengono dispensati nella convinzione di dare preziosi suggerimenti ai futuri genitori, ma è meglio affidarsi a un nutrizionista, perché la birra non fa venire il latte e non c’è nessun bisogno di assecondare ogni voglia per paura che il bambino avrà delle macchie sulla pelle.

Contatta la nostra clinica per avere maggiori informazioni e conoscere tutte le agevolazioni per affrontare i prossimi 9 bellissimi mesi con tutto l’aiuto di cui hai bisogno.

[1] Cheryce L. Harrison, Mahnaz Bahri Khomami, Joanne Enticott, Shakila Thangaratinam, Ewelina Rogozińska, Helena J. Teede. Key Components of Antenatal Lifestyle Interventions to Optimize Gestational Weight Gain. JAMA Network Open, 2023; 6 (6): e2318031 DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2023.18031



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Niente gravidanza? La colpa potrebbe essere il caldo

NIENTE GRAVIDANZA? LA COLPA POTREBBE ANCHE ESSERE DEL CALDO

L’Estate e il caldo non sono amici della fertilità; anzi, la variazione delle temperature stagionali e i repentini/drastici sbalzi di caldo possono influenzare l’apparato riproduttivo, sia maschile che femminile.

È, infatti, noto che la temperatura intratesticolare elevata può avere effetti negativi sulla spermatogenesi (la formazione di spermatozoi) e lo stress termico, subito a livello scrotale, può indurre alterazioni nella qualità del seme inducendo modifiche nella concentrazione e la motilità degli spermatozoi, fattori strettamente connessi alla capacità riproduttiva. Inoltre, studi scientifici, hanno dimostrato un incremento della frammentazione del DNA a causa del calore. La temperatura ideale per la formazione degli spermatozoi è di 34,5°C, e un aumento, anche di solo un decimo di grado all’interno dei testicoli, determina una modifica del liquido seminale.

Meno conosciuti gli effetti dell’aumento delle temperature sull’apparato riproduttivo femminile; numerose indagini scientifiche, però, hanno correlato, anche per le donne, l’esposizione a temperature più elevate a una minore fertilità (con conseguenze, ad esempio, sulla riserva ovarica). Inoltre, proprio grazie agli studi sugli effetti del surriscaldamento globale, è emerso che Il cambiamento climatico è un importante fattore di rischio anche per la salute riproduttiva andando a influenzare le possibilità di concepimento e una positiva conclusione della gravidanza

Infatti, le variazioni repentine di temperatura vengono lette dal nostro corpo come uno stress, effetto che si ripercuote sul corpo e i meccanismi che lo controllano, la buona notizia è che, tali conseguenze, sono reversibili. Quindi, se la tanto attesa gravidanza non arriva, la causa potrebbe essere anche il caldo torrido tipico di queste settimane, ma non disperate e attendete il ritorno del mite clima settembrino che aiuterà l’organismo a ritrovare equilibrio e forza.

Anche se dotati di termoregolazione, non dimentichiamo, però, di avere le dovute accortezze per mitigare gli effetti del calore come:

  • evitare indumenti stretti e che impediscono la traspirazione, 
  • evitare la sedentarietà che non permette una corretta dissipazione del calore e aumenta il rischio di ristagni di liquidi
  • seguire una sana e corretta alimentazione ricca di frutta e verdura fresca
  • bere tanta acqua
  • usare creme con fattori di protezione elevati

Al rientro delle vostre vacanze, la clinica SISMeR, e tutto il suo staff, sarà lieto di darvi ogni supporto psicologico, tecnico e medico per ricominciare la ripresa delle attività e accompagnarvi nella meravigliosa strada per diventare genitori.

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Prelievo di ovociti: come prepararsi alla sala operatoria

PMA ED ACCERTAMENTI DA FARE, QUANTO DURANO E PERCHE’ FARLI

Quando si inizia un percorso di procreazione medicalmente assistita, viene data alla coppia una lista di esami da fare; una prassi che può risultare una scocciatura, ma che si basa su serie motivazioni scientifiche oltre ad essere un obbligo di legge. Infatti, queste indagini sono richieste dalle direttive europee e dalla normativa nazionale in materia di Procreazione Medicalmente Assistita per tutelare sia i pazienti che si sottopongono a queste tecniche che i potenziali nascituri. Oltre agli esami di base che tutte le coppie devono eseguire (che prevedono indagini genetiche, virologiche, funzionalità della tiroide, profilo trombofilico, mammografia o ecografia mammaria, pap-test etc.) potranno essere richiesti approfondimenti indicati in base all’esito di questi accertamenti o in relazione all’anamnesi della coppia. Inoltre, sarà importante, per la donna che si sottopone al trattamento, verificare le condizioni anatomiche del canale cervicale e della cavità uterina mediante Ecografia 3D ed isteroscopia nel tentativo di ottimizzare il trasferimento dei gameti fecondati.

Gli esami infettivologici non devono essere ripetuti se eseguiti nei 3 mesi precedenti l’inizio del primo ciclo di terapia e sono validi sino a 6 mesi per i cicli successivi (Normativa Europea Banche delle Cellule e Tessuti). Pap-test, mammografia ed elettrocardiogramma, invece, hanno una validità variabile tra i 12 e i 24 mesi. Sono necessari, infine, alcuni accertamenti per stabilire la possibilità di sottoporsi ad anestesia e analgesia (prevista ad esempio per il prelievo degli ovociti) che devono essere eseguiti non oltre 2 mesi prima della procedura chirurgica. 

La validità degli esami è stata indicata dai virologi che hanno partecipato alla stesura delle norme europee indicando una finestra temporale entro cui si è sicuri che eventuali malattie contratte non abbiano il tempo di essere attive al momento del transfer. Infine, nonostante sia solo la donna a sottoporsi a un intervento, come prelievo di ovociti o transfer dell’embrione, i valori infettivologici scaduti, vengono richiesti anche al partner maschile visti i rapporti e contatti che potrebbero portare al trasferimento di agenti patogeni nella coppia. 

Potrai trovare maggiori dettagli sugli esami da fare, per un trattamento di procreazione medicalmente assistita, consultando il nostro sito o chiamandoci: prendi un appuntamento telefonico con gli esperti della clinica e scopri tutti i passaggi richiesti per percorrere la strada più importante della tua vita: diventare genitore.



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