Lo stress influisce negativamente su diversi aspetti della nostra vita, con ripercussioni anche su quello sessuale e riproduttivo. I suoi effetti negativi, pur manifestandosi in modo differente, possono colpire indistintamente uomini e donne in diverse fasce di età. Negli uomini lo stress può provocare, tra le altre cose, calo del desiderio e disfunzioni erettili. Per quanto riguarda le donne, invece, lo stress può causare irregolarità del ciclo mestruale, aggravamento dei sintomi della sindrome pre-mestruale, alterazioni ormonali, calo del desiderio etc. Lo stress influisce quindi anche sulla vita riproduttiva, riducendo le probabilità di concepimento (sia spontaneo che assistito), aumentando il rischio di aborto e favorendo l’insorgere di complicanze durante la gravidanza. Esistono diverse metodiche utili a favorire il benessere psico-fisico degli individui riducendo il livello di stress da essi percepito, che possono coadiuvare positivamente i trattamenti clinici tradizionali. Lo yoga, l’agopuntura, la respirazione controllata, lo sport, la meditazione e il rilassamento muscolare possono contribuire a ristabilire l’equilibrio personale. Uno dei metodi più utilizzati per controllare l’ansia, però, è il training autogeno.
Il Training Autogeno, elaborato dal neurologo e psichiatra J.H. Schultz, consiste, così come afferma lo stesso Autore, in una “serie di esercizi fisiologici razionali, destinati a mettere a riposo il corpo e la psiche” (Schultz, 1921). Tale tecnica prevede che sia il paziente stesso, attraverso una serie di esercizi specifici, ad essere autore del proprio benessere raggiungendo uno stato parzialmente ipnotico.
La tecnica completa comprende:
Il Training Autogeno è un allenamento che prevede l’apprendimento attraverso esercizi regolari e disciplina.
“Autogeno” significa che il comportamento viene generato dal soggetto stesso. Infatti il paziente viene stimolato a non essere passivo e dipendente dal terapeuta, ma piuttosto attivo, indipendente, capace di controllarsi e di controllare gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno..
Durante l’esecuzione della tecnica si realizzano precise modificazioni fisiologiche caratterizzate da:
Questi specifici risultati, ottenibili sul piano psicosomatico, possono essere sfruttati, per ridurre elevati livelli d’ansia, l’intensità delle sensazioni di dolore e nel trattamento dei disturbi del sonno.
Un’altra tecnica di rilassamento è costituita dalla Visualizzazione Guidata (imagery), Tale tecnica consiste nella rievocazione di immagini in relazione ad un determinato stimolo o nell’induzione di immagini che il soggetto sviluppa autonomamente previo un breve processo di rilassamento.
È dimostrato che i processi mentali e le emozioni sono associati a manifestazioni neuromuscolari, che alterano il normale tono di riposo. L’attività neuromuscolare, infatti, è sollecitata dalle percezioni interne ed esterne che l’organismo umano è in grado di elaborare. Vi sono però situazioni, che possono variare velocemente, sia all’esterno che all’interno dell’individuo, costringendolo a reagire continuamente e producendo perciò, reazioni neuromuscolari smisurate come l’angoscia. Il rilassamento, tende a ridurre l’eccitabilità consentendo quindi di ridurre, l’intensità degli stati emotivi.
L’obiettivo del rilassamento, secondo tale tecnica, è quello di ridurre la tensione residua, quando l’individuo si pone in condizione di riposo (un esempio di tensione residua può essere quello dell’insonnia). L’eliminazione della tensione permetterà, non solo di restituire al soggetto la calma (rest), ma di utilizzare il riposo come momento intenso di recupero energetico.
Le fasi attraverso le quali viene raggiunta questa finalità, sono essenzialmente tre:
Gli esercizi di rilassamento, in generale, dovranno coinvolgere un fascio muscolare sufficientemente esteso, in modo da poter essere monitorizzato facilmente. Tali esercizi di contrazioni muscolari, seguite da rilassamento, coinvolgeranno tutti i muscoli del corpo, finché, dopo un adeguato allenamento, il paziente potrà giungere ad una condizione di distensione generale, talora sconfinante nel sonno. In una fase successiva, il paziente riuscirà ad ottenere il rilassamento differenziale di alcuni gruppi muscolari rispetto ad altri che, al contrario, rimarranno contratti. Nell’ultima fase, infine, il paziente individuerà i sentimenti e le emozioni che accompagnano le tensioni muscolari, imparando così a controllarle e ridurle.