A livello fisiologico, non esiste alcuna differenza tra le gravidanze da concepimento assistito e quelle da concepimento naturale.
I dati della letteratura, anche se non perfettamente concordi, indicano un aumento del
rischio di malformazioni nei nati da PMA rispetto ai nati della popolazione normale, tuttavia tale aumento sembra attribuibile più al fattore di infertilità che alle tecniche di PMA. Infatti in molti casi la condizione di infertilità comporta anomalie nei gameti (ovociti e spermatozoi), che potrebbero incidere sul rischio di malformazioni.
Sia in caso di gravidanza spontanea che da concepimento assistito, è fondamentale che alle scadenze previste la gestante si sottoponga ai controlli medici ed ecografici prescritti dal ginecologo.
Esistono test diagnostici invasivi (Villocentesi e amniocentesi) o non invasivi (NIPT o test sul DNA fetale) in grado di individuare anomalie genetiche e cromosomiche nel feto. E’ sempre consigliabile eseguirli. Lo specialista può consigliare quello più adatto in funzione delle caratteristiche della singola paziente. Il fatto di aver eseguito una diagnosi preimpianto non esclude il ricorso a queste tecniche per confermare tale diagnosi, che ha un’accuratezza del 98% circa (variabile a seconda dei laboratori).
In generale, sia per le gravidanze a concepimento assistito che per quelle da concepimento naturale il rischio di complicanze aumenta in caso di:
- gravidanza multipla
- età materna avanzata
- sovrappeso o obesità materna
- presenza di patologie come ad esempio il diabete o l’ipertensione.