Ieri, 22 Maggio 2012, si è tenuta l’udienza pubblica sul divieto di eterologa sancito dalla Legge 40/2004.
La Corte Costituzionale non si è pronunciata in merito e ha rinviato gli atti ai tribunali che avevano promosso i ricorsi, con l’indicazione di rivalutare la questione alla luce della sentenza del 3 Novembre 2011 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Tale sentenza ha decretato che vietare la fecondazione eterologa non è una violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, pertanto la sua legittimità deve essere valutata dai singoli Stati.
L’avvocato Filomena Gallo, Presidente dell’Associazione Amica Cicogna ONLUS e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, che collabora da anni con S.I.S.Me.R. nella difesa dei diritti delle coppie infertili, ha definito la sentenza “positiva, anche se interlocutoria”, e ha aggiunto: “La Consulta poteva dichiarare che il divieto di fecondazione eterologa è costituzionale, invece ha rinviato la questione ai tribunali ricorrenti invitandoli a tener conto della sentenza di Strasburgo. La Consulta ha respinto le tesi dell’avvocatura di Stato e ha accolto le nostre. La sentenza di Strasburgo è vero che sanciva la legittimità del divieto di eterologa, ma in modo parziale: si prescrive infatti ai singoli stati di adeguare la propria legislazione ai progressi delle tecniche. Ora i tribunali potranno riformulare l’eccezione di costituzionalità in maniera più precisa alla luce della sentenza di novembre della Corte europea, e ritornare alla Consulta, che a quel punto non potrà che dichiarare incostituzionale la legge 40”.