Comunicato stampa – 15 Novembre 2011
Le nuove Linee Guida in materia di Procreazione Medicalmente Assistita calpestano ancora i diritti dei cittadini
Le nuove Linee Guida in materia di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), che saranno sottoposte oggi al parere obbligatorio del Consiglio Superiore di Sanità, stanno suscitando aspre polemiche ancor prima di entrare in vigore.
La Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione (S.I.S.Me.R.), attraverso il proprio Presidente, Dr. Luca Gianaroli, esprime tutta la propria contrarietà ad alcune delle misure in esse contenute.
“Sempre più frequentemente tribunali nazionali ed internazionali hanno affermato l’incostituzionalità di alcuni punti della Legge 40 in quanto, come è noto, essa proibisce l’accesso ai trattamenti ai portatori di malattie genetiche qualora fertili, discriminando di fatto i cittadini in base alla propria patologia.” afferma Gianaroli.
“Malgrado ciò,” continua Gianaroli “invece che prodigarsi per garantire a questi cittadini più deboli la miglior assistenza possibile, come da principi della buona pratica medica, il Ministero della Salute preferisce arroccarsi su posizioni ideologiche, adducendo motivazioni prive di qualsiasi fondamento scientifico.
Le nuove Linee Guida emesse dal Ministero, infatti, nonostante diverse sentenze favorevoli in materia, proibiscono l’accesso alle tecniche di PMA alle coppie fertili portatrici di malattie genetiche, le quali, attraverso questi trattamenti, potrebbero avere la speranza di non trasmettere la loro patologia ai propri figli o di non ricorrere alla dolorosa esperienza dell’aborto.”
“La diagnosi preimpianto è una tecnica utilizzata routinariamente in numerosi Paesi. Le nuove tecnologie disponibili per effettuarla ne hanno notevolmente accresciuto l’utilità e l’affidabilità, riducendo allo stesso tempo significativamente i potenziali rischi ad essa connessi. Le nuove Linee Guida ministeriali, qualora approvate dal Consiglio Superiore di Sanità, amplierebbero ulteriormente il divario tra l’Italia e l’Europa in materia di PMA, infliggendo un duro colpo agli sforzi fatti in questi anni a livello scientifico e legale per colmare questa distanza.”
Se il divieto di accesso alla PMA per le coppie fertili affette da o portatrici di malattie genetiche è senza dubbio l’aspetto più grave di queste Linee Guida, non bisogna dimenticare che esse contengono anche altri punti controversi, come ad esempio le modalità di registrazione dei pazienti e il destino degli embrioni abbandonati, la cui conservazione, tramontata l’ipotesi dello stoccaggio in una banca nazionale istituita con grande dispendio di fondi pubblici, rimane a carico delle Province e delle Regioni.
“La cosa che ci lascia più amareggiati” conclude Gianaroli “è la modalità con cui queste linee guida sono state emesse, alla vigilia della caduta del Governo. Riteniamo che le istituzioni in questo momento debbano preoccuparsi di problematiche estremamente gravi invece di prodigarsi per danneggiare i propri cittadini.”